«Canapa light per creme e infusi non per produrre marijuana»
jesolo
Nella canapa ci aveva visto un business del tutto legale. Creme, infusi, essenze realizzati con la tipica foglia a cui tutti pensiamo quando si parla di marijuana. Il 7 febbraio scorso aveva pure partecipato a un incontro promosso da una associazione di agricoltori sulla coltivazione della canapa “light” e, quindi, legale. Aveva acquistato i semi in un “canapa store” a Marcon da cui erano cresciute piante alte e rigogliose. Non poteva che essere così visto che il protagonista di questa vicenda, Vanni Bozzato, jesolano di 52 anni, di professione fa l’imprenditore nel comparto del florovivaismo.
L’altro giorno Bozzato è finito in manette dopo che i poliziotti del Commissariato di Jesolo hanno scoperto in una delle sue serre una florida coltivazione di canapa a fianco dei filari di pomodori: ben 135 chili di piante che entro pochi giorni sarebbero arrivate al massimo della crescita. Gli agenti sono riusciti ad estirparle a fatica per metterle sotto sequestro.
Ieri il 52enne, difeso dagli avvocati Fabrizio D’Avino e Marco Vorano, è comparso davanti alla gip Marta Paccagnella per l’interrogatorio di convalida dell’arresto. Alla giudice, Bozzato ha raccontato la genesi della sua attività: dall’incontro con gli agricoltori al pallino del business in un settore in rapida crescita (basti vedere il proliferare di “canapa store” in tutte le città), fino all’acquisto dei semi e alla soddisfazione nel vedere crescere le piante a dismisura nel giro di quattro mesi o poco più. Del suo investimento, sostengono i suoi avvocati, Bozzato ne aveva parlato con gli amici e con altri florovivaisti che avevano partecipato all’incontro. Difficile dunque pensare, secondo la difesa, che Bozzato sapesse di aver intrapreso un’attività illecita e nonostante ciò ne facesse pubblicità. Nei suoi progetti c’era la vendita di prodotti realizzati con la canapa quali appunto creme, infusi ed essenze. Ha ribadito di aver agito in totale buona fede e, al massimo, di aver peccato un po’ in superficialità. Tutte cose, queste, che, deciso a collaborare alle indagini, ieri l’imprenditore ha raccontato alla gip Paccagnella, la quale ha convalidato l’arresto e disposto gli arresti domiciliari per 20 giorni, giusto per terminare le indagini, dopodiché la misura sarà sostituita dall’obbligo di firma.
Un passaggio fondamentale della vicenda sarà l’esito degli accertamenti sul principio attivo contenuto nelle influorescenze che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni dopo che il narcotest, come è ovvio che sia, ha dato esito positivo. Da qui si capirà se il reato sussiste oppure no, ovvero se la canapa coltivata da Bozzato sia quella “light”, e quindi legale, o quella che viene ricompresa tra gli stupefacenti e quindi abbia commesso un reato.
La difesa è al lavoro per dimostrare che la versione fornita da Bozzato è credibile e che quindi sono insussistenti le accuse mosse dalla pubblico ministero di turno Laura Cameli a carico del florovivaista.
Nel corso del blitz, la polizia aveva scoperto che una zona del vivaio era stata adibita ad essicatoio con la strumentazione necessaria per preparare le foglie alle fasi successive della lavorazione. Erano stati rinvenuti e sequestrati anche un bilancino di precisione e 430 grammi di foglie già essiccate. —
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