Camping espropriati, i clienti portano via casette e roulotte
Jesolo. In atto un vero e proprio esodo verso altre strutture. «Scappiamo per paura che il Comune sequestri tutto»
JESOLO. Un lento esodo verso altri lidi. In questi giorni i proprietari di casette e “mobilhome” ai campeggi Bosco Pineta e Don Bosco stanno portando via armi e bagagli dopo l’annuncio di esproprio da parte del Comune a seguito delle intricate vicende legate all’incendio devastante nel luglio 2016. Dopo un’estate difficile e precaria, sono arrivate le comunicazioni perentorie del Comune, che ha informato chi ancora aveva nell’area del campeggio dopo piazza Torino le proprie casette, dell’imminente esproprio contro il quale la proprietà del campeggio ha comunque presentato ricorso al Tar.
Un ricorso che potrebbe ancora ribaltare la situazione. Intanto, però, la dismissione è iniziata. A proprie spese, i proprietari hanno iniziato a trasferire le mobilhome, per lo più con destinazione Croazia. Questo, come afferma la proprietà, è il risultato delle continue telefonate dei clienti in Comune all’ufficio patrimonio per chiedere informazioni. «Portate via tutto o vi sequestriamo i beni ci hanno detto», spiegano i clienti del camping, «precisando che avremmo poi avuto anche le spese per il dissequestro».
Molti in gruppo hanno formato dei comitati e si sono rivolti a studi legali, ma il destino ormai appare segnato. Lo smantellamento dei due campeggi espropriati è iniziato in questi giorni e visto il ritmo terminerà a breve. Tantissimi sono i clienti dei campeggi che hanno portato le strutture verso altre località balneari o spedito i loro caravan altrove per sistemarli provvisoriamente o ancora le hanno distrutte per sempre. I campeggi potevano vantare 45.000 presenze all’anno, il primo aveva aperto nell’agosto 2007, il secondo l’anno dopo nell’agosto 2008. Due realtà che avevano avuto un discreto successo e tante richieste e prenotazioni per la comodità della zona, l’ambiente informale a due passi dal mare.
L’incendio del 2016 ha però aperto un cratere di polemiche e discussioni sulla sicurezza e il Comune ha scelto la linea dura fin dall’inizio nonostante i tentativi dei gestori di mettere tutto a posto e in regola secondo le prescrizioni ricevute e per non perdere questo patrimonio importante.
«Aspettando il ricorso al Tar», spiegano i proprietari, «stiamo smontando le attrezzature per non trovarci impreparati ai risvolti annunciati. Resterà bloccata una buona parte della Pineta di Jesolo lido che dava lavoro a tante persone e aveva un indotto economico importante». L’amministrazione ha parlato dell’esproprio come un atto obbligatorio dopo gli accertamenti su mancati interventi, rinviando l’ultima parola ai giudici del Tar. Anche in caso di esproprio resterà comunque un’area per roulotte e camper.
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