Campi fotovoltaici e corridoi verdi. Ecco come Porto Marghera può cambiare pelle

Il progetto presentato dal Forum per Venezia sostenibile.

«I soldi del Pnrr ci sono ma bisogna muoversi in fretta»

Marta Artico

PORTO MARGHERA. «I soldi sono disponibili, bisogna approfittarne e se davvero vogliamo questi alberi a Marghera, non ci sono scuse». Trasformare l’area di Porto Marghera realizzando corridoi verdi e campi di fotovoltaico avviando un percorso di crescita sostenibile in grado di attrarre investimenti e progetti d’innovazione, non è una chimera.

È quanto è emerso ieri durante l’incontro e il successivo dibattito del “Forum per Venezia Sostenibile” al Centro Candiani, dove è stato illustrato il progetto “Porto Marghera Green&Blu” pianificato nel dettaglio e nei costi, una visione di quello che potrebbe diventare il sito che è stato motore della crescita economica per decenni, oggi la chiave di volta per saldare nuovi processi di sostenibilità ambientale, laboratorio per tradurre localmente le sfide del Pnrr.

Stefano Soriani, presidente di Forum per Venezia Sostenibile, Alessandro Calzavara e Roberto D’Agostino, membro del comitato direttivo hanno presentato il contenuto in tre fasi. Porto Marghera Verde: il Forum propone la realizzazione di “corridoi verdi”, “oasi” e “barriere alberate” in grado di catturare CO2, ridurre le emissioni di Pm10, produrre servizi ecologici e contribuire alla bonifica dei suoli con la piantumazione di circa 100. 000 alberi da mettere a dimora in 188 ettari di aree vuote e disponibili e usufruendo di circa 199 km di cigli stradali.

Costo di realizzazione, 30 milioni di euro. Porto Marghera Solare: un parco fotovoltaico enorme senza consumo di suolo, utilizzando le coperture degli edifici industriali che corrispondono a circa 130 ettari. In questo modo la potenza istallata nel Comune aumenterebbe del 550%, del 64% quella della Città metropolitana e del 6, 5% quella del Veneto.

Porto Marghera Innova: il progetto prevede la costituzione di un incubatore industriale della Green Economy. In un’area di circa 50 ettari, potrebbe essere realizzato un polo di aziende dedicate ai temi della sostenibilità che a pieno regime vedrebbe l’occupazione di circa 2500 addetti. Costo 23 milioni di euro.

Germana Di Falco, esperta dell’Agenzia per la coesione territoriale e del dipartimento politiche di coesione alla Presidenza del consiglio dei ministri, ha spiegato passo passo tutte le risorse a cui è possibile attingere, bandi che possono essere accumulati per «accelerare il processo di riqualificazione di Marghera» e soprattutto come «esercitare un ruolo di richiesta attiva».

Lo stadio a Tessera non esaurisce tutti i fondi del Pnrr, anzi. Ce ne sono per tutti e tutti vi posso accedere. Spiega: «I soldi non sono un problema, oggi è stata sdoganata la cumulabilità degli aiuti, anche un privato può prendere soldi dal Pnrr, da un’altra misura o da un altro programma. Questo vale per chi è pubblico e ancor di più per chi è no profit, si deve ragionare di complementarietà e attivazione trasversale, nessuno impedisce al Forum di candidarsi come partner e ragionare di complementarietà: se vogliamo questi alberi, non ci sono scuse, perché la cornice strategica esiste».

C’è il Cluster 6 Horizon Europe, I Pon, le risorse 2014-20 ancora da finire di spendere. «La società e i corpi civici devono prendere in mano questi programmi e gestire il processo di pianificazione strategica» l’appello rivolto ai presenti.

Partecipata la tavola rotonda moderata da Gabriella Chiellino, presidente di eAmbiente e membro del Forum per Venezia Sostenibile, con Antonella Scardino, segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, don Nicola Giacopini, direttore dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia e Andrea Razzini, direttore Generale del Gruppo Veritas

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia