Campi di lavoro nelle ville confiscate alla Mala
CAMPOLONGO. Quaranta ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia lavoreranno da domani in villa Donà (ora Centro per il recupero psichiatrico) e nel giardino di Villa Maniero (beni confiscati alla Mala del Brenta) e in altri punti del territorio di Campolongo. Una attività prevista specificamente da una legge dello Stato. Questa l’iniziativa in programma fino al 3 agosto organizzata da MoVI (Movimento di Volontariato Italiano) con il Comune rivierasco. I volontari alloggeranno nella palestra della scuola media di Campolongo. A illustrare l’iniziativa per gli organizzatori è Lorenzo Capaldo. «Ad oggi» spiega «ammontano a 13mila i beni immobili confiscati alle mafie in tutt’Italia, di cui 88 in Veneto. Nella sola provincia di Venezia i beni sottratti in seguito a procedimenti giudiziari sono 34, di cui oltre un terzo nel solo territorio di Campolongo. Tutti i beni confiscati a Campolongo sono riconducibili all’attività criminale della Mala del Brenta». I ragazzi, che si trasferiranno per una settimana a Campolongo, saranno fisicamente a lavorare su alcuni dei beni confiscati alla Mala del Brenta per renderli pienamente fruibili alla cittadinanza. Parte importante del campo è dedicata alle attività formative e agli incontri con testimoni impegnati sul fronte della legalità e della giustizia sociale. Sarà dato molto spazio ad attività di animazione territoriale e serate ad hoc. Una giornata verrà dedicata alla visita di associazioni di volontariato, cooperative impegnate nel rispetto dei diritti di cittadinanza e nella loro piena attuazione. I volontari saranno i narratori, la memoria storica di questa iniziativa attraverso i diari di bordo giornalieri, gli album fotografici e i video realizzati. «Questo primo campo di lavoro nei beni confiscati alla Mala del Brenta è una risposta concreta alla illegalità» spiega il vicesindaco di Campolongo Andrea Zampieri «è il segno tangibile dei tempi che cambiano, ragazzi da tutta Italia vivranno una Campolongo che ha debellato la Mala del Brenta e avranno la possibilità di "sporcarsi le mani" per interiorizzare la cultura della legalità. Il futuro del nostro Comune è proprio questo: superare la propria storia legata agli aspetti negativi per costruirne una positiva legata a una cittadinanza attiva, a una speranza che si basa sui legami interni, la fiducia e il senso di appartenenza positiva. L’iniziativa è stata riconosciuta dalla Regione che ha finanziato il progetto "Campolongo 2.0: i giovani e la cittadinanza attiva" dove è prevista la realizzazione del campo di lavoro».
Nel 2012 sono stati realizzati in Italia 30 campi, per un totale di 6mila giovani volontari che hanno lavorato sui beni confiscati per restituirli alle comunità locali, per ricostruire cittadinanza.
Alessandro Abbadir
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