Campanili veneziani sotto osservazione: monitoraggio per la sicurezza sismica

La Soprintendenza veneziana ha avviato un monitoraggio su campanili dei Frari, San Giorgio dei Greci e San Francesco della Vigna: ecco perché sono iniziate le operazioni di controllo sulle strutture

Enrico Tantucci
Chiesa e Campanile dei Frari
Chiesa e Campanile dei Frari

 

Nuovi campanili veneziani posti sotto osservazione per la loro pendenza. La Soprintendenza veneziana ha approvato in questi giorni una campagna di monitoraggio che riguarda i campanili della Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, della chiesa di San Giorgio dei Greci e di quella di San Francesco della Vigna.

L’intervento si inserisce nella seconda fase della campagna nazionale di monitoraggio sui beni culturali immobili. Grazie ai fondi del Pnrr, il Piano nazionale ripresa e resilienza legati alla sicurezza sismica, si sta già intervenendo su altri quattro campanili veneziani che dopo monitoraggio presentavano lesioni e crepe.

Riguardano la torre campanaria più pendente di Venezia, della chiesa Santo Stefano, nonché per quelli di San Pietro di Castello, della Madonna dell’Orto, di San Martino di Burano. Interventi per complessivi 11 milioni e 680 mila euro, che dovranno essere completati entro giugno 2026 Santo Stefano, entro dicembre 2025 gli altri tre.

In particolare il campanile di San Martino, costruito tra il 1703 ed il 1714, alto 53 metri grazie alla sua forte pendenza è diventato il simbolo dell’isola di Burano. La struttura subì i primi cedimenti già in fase di costruzione che progredirono lentamente fino al secondo dopoguerra, epoca in cui si registrarono rapidi incrementi al punto tale che il Comune di Venezia diede corso ad un importante intervento di consolidamento statico, conclusosi nel 1970.

Venendo invece ai tre campanili posti ora sotto osservazione, quello dei Frari è da tempo oggetto di studio. La Soprintendenza di Venezia è intervenuta con un cantiere nel 2000 per l’aggravarsi di lesioni sulla parte di basilica adiacente al campanile; in particolare le volte della cappella di San Pietro presentavano fratture superiori al centimetro e gravi dissesti generali.

Il campanile aveva uno strapiombo di 80 centimetri verso il campo, ma i dissesti riscontrati sulla basilica non sembravano essere coerenti con un incremento della pendenza del campanile.

La verifica della livellazione del 1902 dopo 100 anni, il rilievo delle strutture del campanile e della basilica e l’accertamento dei loro rapporti hanno individuato una modifica del comportamento strutturale che ha invertito la rotazione della torre; sono stati inoltre verificati, negli ultimi 100 anni, cedimenti dell’ordine del centimetro per la basilica e di quasi 10 per il campanile.

Si è già intervenuti anche sulle fondazioni ma il campanile dei Frari resta comunque sotto osservazione. E una novità invece il monitoraggio del di San Francesco della Vigna, costruito tra il 1571 e il 1581.

Il campanile di San Francesco della Vigna fu costruito pochi anni prima di quello di Greci, costruito tra il 1587 e il 1592. Il campanile di Venezia che detiene il primato per la pendenza è quello di San Giorgio dei Greci, sito nel Sestiere di Castello. La nascita della Chiesa prima, nel 1536, e del campanile poi, nel 1587, è dovuta alla presenza di comunità greche a Venezia.

L’approccio alla conservazione dei campanili è stato caratterizzato dal preferire un monitoraggio costante delle situazioni più a rischio, anche se, più di recente, si è iniziato a comprendere quanto siano importanti studi che permettano di comprendere i fattori di rischio e prevenire eventuali danneggiamenti o crolli. In tale direzione, nel 2005, sono stati programmati degli studi sulle 80 torri di Venezia, per volontà della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna.

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