Campane multate a Pramaggiore, i fedeli si rivolgono al Papa
PRAMAGGIORE. Non poteva non suscitare reazioni quanto accaduto nella piccola cittadina capitale dei vini, a seguito della multa di Arpav al parroco don Giuseppe Gianotto per lo sforamento di una manciata di decibel da parte delle campane. Il caso è finito persino al Senato e presto se ne potrebbe occupare anche il Vaticano. È questa infatti l’intenzione dei parrocchiani: spingersi oltre e andare a consultare direttamente Papa Francesco. L'occasione potrebbe essere propizia già sabato prossimo, quando una piccola delegazione di fedeli provenienti da Pramaggiore sarà ricevuta in udienza privata dal Santo Padre. A questo incontro, che riguarda una precisa categoria economica, prenderà parte un componente degli Affari Economici del consiglio pastorale della parrocchia che di sicuro non resterà zitto, di fronte a questo avvenimento, anche se non vuole esporsi. Dalla diocesi di Concordia Pordenone non è giunto ancora alcun commento ufficiale. Il vescovo, monsignor Giuseppe Pellegrini, non ha preso ancora una posizione precisa.
Lo ha fatto al posto suo il parroco don Giuseppe Gianotto che si è visto recapitare i verbali e che ne ha parlato domenica in chiesa durante l’omelia. «Non so cosa dire, sono desolato», ha affermato il presule mostrando i verbali della clamorosa multa, «Io sono stato contattato da questo residente due anni fa. Mi diceva che non sopportava il suono delle campane durante la giornata. Così, su pressing di questa persona, ho deciso di non proporre i rintocchi che ogni quarto d'ora scandivano il tempo. Non credevo che dopo due anni si facesse vivo per chiedere l'abbassamento del volume. Ci sono stati 4 sforamenti lo scorso ottobre. La multa? Io non la voglio pagare. Chiederò al Comune di fare ricorso».
Ma l'amministrazione comunale di Pramaggiore avrebbe un atteggiamento pilatesco per Arpav. Infatti «è stato proprio il Comune», spiegano dal dipartimento provinciale di Venezia, «a inoltrare la richiesta dei rilevamenti. Noi abbiamo fatto solo il nostro dovere». Intanto la vicenda sta per finire a Roma.
«È scandaloso che in Italia», ha dichiarato ieri il senatore dell'Udc Antonio De Poli, «venga multato chi si dedica quotidianamente alla comunità parrocchiale. In una cittadina come Pramaggiore non si capisce perché si debba vietare un rito che non ha mai disturbato nessuno. Rispetto i regolamenti, ma non possiamo accettare di dire addio alla nostra identità e alle tradizioni. Le campane sono una testimonianza della libertà di culto sancita nel Concordato dell'84».
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia