Camorra a Eraclea, il 7 febbraio il confronto sul patto tra Donadio e Silvano Maritan

Sarà ascoltato Umberto Manfredi, l’uomo che ha parlato per primo dell’accordo tra i nuovi presunti boss campani e il vecchio “presidente” che gestiva la mala nel Sandonatese

Carlo Mion
PD 05 maggio 2005 G.M...Polizia Municipale, sequestro droga. da sx: Cino Cecchini, Lucio Terrin, Marco Carrai...(CARRAI) Polizia Municipale, sequestro droga - carrai
PD 05 maggio 2005 G.M...Polizia Municipale, sequestro droga. da sx: Cino Cecchini, Lucio Terrin, Marco Carrai...(CARRAI) Polizia Municipale, sequestro droga - carrai

MESTRE. Processo ai Casalesi di Eraclea, udienza rinviata per Covid. Infatti Raffaele Buonanno, uno degli imputati, positivo al virus non poteva assistere all’udienza in programma oggi, giovedì 20 gennaio, in aula Bunker a Mestre. Il suo legale ha chiesto il rinvio dell’udienza, fissata quindi al 7 di febbraio. Giovedì 20 gennaio era in programma l’audizione di Umberto Manfredi, che da tempo collabora con gli inquirenti.

Già a suo tempo infatti l’ex genero di Silvano Maritan ha parlato di Donadio e soci con gli investigatori.

«Alla riunione con i casalesi di Eraclea vennero Luciano Donadio, Mimmo Celardo (che non è casalese ma appartiene al clan Moccia, ndr) e Raffaele Buonanno salutando Silvano Maritan e a presentarsi, dato che non si conoscevano di persona, perché il Maritan era detenuto da 14 anni», spiegò Manfredi, «Fu Celardo a indicarmi il Donadio e poi a presentarmelo al bar di Eraclea, nella piazza del paese, vicino al suo ufficio. Celardo me lo indicò come il referente dei "casalesi"».

Da queste parole gli inquirenti si convinsero, o meglio ebbero la conferma, secondo loro, di un accordo tra il gruppo di Silvano Maritan e il clan di Luciano Donadio anche se i termini dell’accordo non sono mai stati chiariti.

Il mediatore, dunque, sarebbe stato Mimmo Celardo, campano arrivato negli anni Ottanta in Veneto Orientale. Più volte arrestato per spaccio, intestatario di diverse attività economiche tra cui un ristorante, ma pure presente nel mondo dell'edilizia dove aveva prestanomi a capo di diverse ditte. Muore nel 2011. Celardo, secondo gli investigatori, era legato al clan camorrista Moccia, formazione presente nel Napoletano e nel Casertano.

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