Camere con vista sul cimitero “convenzione danese” ai raggi X

La petizione popolare ha raggiunto quasi duemila firme per bloccare il bed & breakfast a San Michele. Il consigliere di Municipalità Pietro Bortoluzzi chiede lumi sul rilascio della concessione trentennale

VENEZIA. Per ora il testo della Convenzione stipulata tra il Comune di Venezia e il Comitato Pro Danimarca per la concessione gratuita dell’ex Infermeria del Cimitero sembra non uscire fuori, eppure per la legge sulla trasparenza degli atti pubblici dovrebbe essere facilmente consultabile da qualunque cittadino. A chiederlo con insistenza il consigliere Pietro Bortoluzzi che dopo aver presentato già un interpellanza al sindaco ha deciso di avviare una richiesta di accesso agli atti per avere finalmente copia della convenzione prima del Consiglio di Municipalità di mercoledì prossimo in cui si discuterà proprio della questione. In attesa che il testo salti fuori, che i danesi inizino i lavori per i quali hanno stanziato circa un milione di Euro e che la polizia municipale compia gli accertamenti attualmente in corso sull’intera vicenda, molte sono le domande che circolano tra i veneziani e stanno in parte diventando oggetto di un esposto di iniziativa popolare che ha già raccolto quasi duemila firme. Innanzitutto qual è la cifra che il Comune di Venezia ha effettivamente indicato nel testo della convenzione con i danesi come indicazione di costo per il restauro a loro carico?

È quella apparsa in una comunicato stampa dello stesso Comune datato 26.01.2005 dove viene indicata la somma di 3.400.000 euro? Poi la concessione trentennale gratuita dell’ex infermeria del Convento di San Michele ai danesi era da ritenersi effettiva solo a fronte di un restauro realmente eseguito? Cioè i danesi potevano entrare in possesso dello stabile solamente dopo aver effettuato il restauro dell’immobile o anche prima? Inoltre la Convenzione indicava dettagliatamente le modalità e la qualità del restauro dell’immobile a carico dei danesi a fronte di una concessione gratuita così lunga? E ancora, nel testo era fatto cenno ad un’eventuale possibilità di pernottamento all’interno dell’immobile e di un uso “a foresteria” oppure – come indicato dal famoso comunicato stampa del 2005 – vi era specificata solamente la possibilità per i danesi di realizzarvi la sede del Comitato Pro Venezia, cioè semplici uffici? Infine se nessun riferimento c’era alla possibilità di una foresteria, la convenzione, a fronte di un tale evidente uso improprio, è da ritenersi nulla? E il Comune era a conoscenza di ciò che stava accadendo? O meglio poteva non saperlo dal momento che sia la portineria del cimitero che gli operatori di Vesta di stanza in loco che il personale Actv adibito alla tratta Venezia/Murano “interagivano” da tempo con i turisti alloggiati in cimitero? Tutte domande in attesa di una risposta. Nel frattempo se i Danesi hanno comunicato l’intenzione di iniziare finalmente i lavori sospendendo le attività di foresteria, significa che il Komitèen ProVenezia dovrebbe avere già pronto o quasi un progetto di restauro. Sta di fatto che tra le note apparse già il 23 luglio scorso nel sito del Comitato risultano alcune prime indicazioni: il ripristino degli ex lucernari per dare più luce agli ambienti, la separazione di alcune stanze, l’aumento del numero dei bagni, l’allestimento di una cucina più efficiente, la sistemazione delle fosse settiche, dell’impianto elettrico e del gas e il restauro delle facciate e delle parti lapidee. Ma soprattutto nelle relazioni che aggiornano i soci sull’avanzamento dei lavori appare chiara l’intenzione di dedicare molta cura al design interno in chiave ‘danese’: dai colori caldi ai mobili della cucina, dagli arredi all’illuminazione, dallo stile dei letti a quello dei tavolini.

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