«Cambio di sesso, tante le richieste dal Veneto orientale»

Il chirurgo Pier Andrea Cicogna è stato uno dei pionieri del settore: "Negli anni Novanta dovevo operare in Campania "
Il chirurgo Pier Andrea Cicogna
Il chirurgo Pier Andrea Cicogna

SAN DONÀ. Cambio di sesso, è di San Donà uno dei medici pionieri in Europa. Il dottor Pier Andrea Cicogna, medico specialista in chirurgia plastica, socio ordinario della Sicpre (società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica) già nei primi anni ’90, appena conseguito il diploma di specialista, durante un periodo di aggiornamento negli Usa, aveva scoperto che a Trinidad Colorado erano stati eseguiti oltre duemila interventi di cambio sesso e divenne la vera capitale nel mondo per questi interventi. In questi giorni in cui la Regione ha individuato nel policlinico di Abano la struttura di riferimento veneta per il cambio di sesso, il dottor Cicogna si è reso conto di come nel Veneto Orientale già quasi 30 anni fa il cambio di sesso fosse così richiesto.



Da anni Cicogna non esegue più questa chirurgia, per scelta personale essendosi dedicato in modo particolare alla ricostruzione del seno e del volto. Ma ricorda ancora i tanti casi di questo territorio che tuttora lo contattano per qualche consiglio. Per citarne solo alcuni, ricorda il professionista che si recava ogni fine settimana a Parigi per vestirsi da donna e che poi decise l’operazione. Oppure uno ragazzo alto un metro e 90 che finalmente diventò donna, con la riconoscenza della famiglia al dottore per essersi liberata di un incubo. Un uomo diventato donna grazie al bisturi del chirurgo sandonatese si è anche sposato.

Cicogna era già a New York per perfezionarsi nel 1990, allora trentenne, e partì in volo in Colorado alla corte del dottor Stanley Biber che eseguì il primo intervento nel 1968. Rientrato in Italia, incontrò e collaborò con il dottor Arnaldo Rizzetto Stubel, probabilmente il primo in Europa a eseguire questa delicata tecnica. Nel Veneto Orientale già nei primi anni’90 i luoghi in cui si registravano più richieste erano San Donà, Portogruaro e Caorle. Ma non c’erano cliniche disposte a fare da apripista. Per questi interventi, due in media a settimana, bisognava appoggiarsi alle cliniche Nomentana di Roma e clinica Malzoni di Agropoli in provincia di Salerno. Allora Repubblica fece lo scoop: “Agropoli come Casablanca”.

«Si chiama disforia sessuale», spiega lo specialista dal suo studio di Treviso, «o come diceva Biber “sesso è cosa vedi, gender è cosa provi”. A quel tempo il candidato all’intervento doveva chiedere l’autorizzazione al Tribunale per la rettifica dei caratteri sessuali secondari. E il Tribunale, dopo averlo fatto assistere da uno psicologo e un endocrinologo per un biennio poteva dare il nulla osta. Nel frattempo il chirurgo plastico provvedeva ad aumentare il seno, correggere il volto con sembianze femminili, a correggere il pomo d’Adamo tipico del maschio. Con l’odierna decisione della Regione tale procedura viene svolta in primis dall’urologo coadiuvato da un team plurispecialistico».

«Ai nostri tempi», ricorda, «il dottor Rizzetto ed io eseguivamo in coppia l’intervento avvalendoci di un chirurgo generale solo nei casi più difficili per la ricostruzione vaginale con intestino. Allora l’intervento costava circa 20 milioni di lire, mentre oggi si può eseguire in strutture convenzionate con servizio sanitario nazionale. La conversione da uomo a donna è più semplice e dà ottimi risultati, assai più complesso diventa l’intervento da donna a uomo, dove il più delle volte è necessario ricorrere all’impiego di protesi. Finalmente», conclude, «anche in Veneto possiamo contare su una struttura di riferimento senza ricorrere a cliniche lontane o all’estero».

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia