«Cambi d’uso? Decide il Consiglio»
Ca’ Farsetti sul futuro dell’ex Camera di commercio: «Per ora nessuna richiesta»

«Non abbiamo ricevuto alcun progetto. Sul cambio di destinazione d’uso deciderà il Consiglio comunale». In Comune negano di aver visto richieste di autorizzare l’ennesimo albergo nella sede storica della Camera di commercio. Palazzina liberty di 5 mila metri quadrati in via XXII marzo, appena restaurata dalla Camera di Commercio. Adesso messa all’asta al migliore offerente. Ha vinto una società la cui denominazione non lascia spazio a molti dubbi sulla destinazione: la Marzo hotel srl di Milano, che fa capo a Zaka Investments. Hanno pagato il palazzo 64 milioni e 125 mila euro, quasi il doppio rispetto alla base d’asta.
«L’attuale destinazione è direzionale e commerciale», mette le mani avanti il segretario della Camera di Commercio Roberto Crosta, «Starà ai nuovi proprietari chiedere il cambio di destinazione d’uso».
Alberghi dappertutto. Senza alcun freno. Nei palazzi, negli edifici messi in vendita dal Comune (come palazzo Costa, quasi ultimato a Santa Fosca, palazzo Donà venduto con cambio di destinazione d’uso), l’ex casa di Riposo Ca’ di Dio dell’Ire. E tanti altri. Si predica il controllo dei flussi ma nascono ovunque nuove strutture. Che vanno aggiunte a quelle già ultimate o in costruzione in terraferma. Migliaia di nuovi posti letto che attirano sempre più gente. Anche quelli realizzati a Mestre e in gronda lagunare alla fine portano ancora persone nella città storica ai limiti del collasso.
Centoventi pagine di rapporto Unesco per annunciare i provvedimenti da prendere. Ma la situazione peggiora di giorno in giorno. Agli alberghi si aggiungono le locazioni turistiche, i bed and breakfast, gli affittacamere. La città è sempre più un albergo diffuso, e non ci sono freni. Anche la Regione adesso parla di dismettere la sua sede di rappresentanza, palazzo Balbi, per fare ancora un albergo.
Sull’altro fronte, quello degli Esercizi pubblici, non va meglio. Gli abitanti di San Giovanni Grisostomo annunciano raccolta di forme e proteste per il sorgere dell’ennesimo Burger King che prenderà tra poco il posto della storica Fiaschetteria Toscana. «Non ci sono regole su questi cambi di attività? Protestano i residenti, «si nuovi camini e gli scarichi?». Lavori intanto già cominciati per conto della società Bk srl.
Le regole e le licenze sono state abolite ad esempio per i bar. Si può aprire presentando la domanda dopo 30 giorni, senza bisogno di licenza comunale. Il risultato si vede, con il proliferare di locali di ogni tipo. Nelle aree centrali di grande passaggio i bar prendono il posto anche di negozi artigiani e botteghe, sempre più rare. Protestano gli artigiani di Confartigianato. «Le eccellenze della città vanno sparendo, non riescono più a pagare li affitti, non sono tutelate». Alberghi, bar e ristoranti. Spariscono quelli storici, proliferano quelli tutti uguali, gestiti spesso da società e gruppi stranieri.
(a.v.)
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