Calzaturiero, ritorna il lusso gli imprenditori lasciano l’Est
Colletti (Filctem Cgil): «Il mercato rifiuti i prodotti di scarsa qualità provenienti da ditte delocalizzate» Saranno aperti dai gruppi Gucci e Yves Saint Laurent nuovi stabilimenti tra Fiesso, Stra e Vigonza
STRA. Calzaturiero della Riviera del Brenta: cominciano a rientrare in Italia gli imprenditori che negli anni scorsi avevano delocalizzato all’estero le loro produzioni per poi commercializzare solo qui i marchi. Dall’inizio dell’anno, infatti, sono una trentina di imprenditori, originari dell’area del distretto che hanno chiuso i battenti delle loro aziende aperte negli anni scorsi in paesi come Romania, Macedonia, Slovacchia, Albania, Moldavia e Montenegro, per far ritorno in Riviera del Brenta. A spiegare i motivi di questa migrazione alla rovescia sono i sindacati.
«Il problema maggiore per questi imprenditori rivieraschi di ritorno», spiega Riccardo Colletti segretario provinciale della Filctem Cgil, «è che la scarsa qualità quando si vuole vendere made in Italy non paga, e viene smascherata. Le maestranze in questi paesi dell’est per quanto istruite professionalmente da gente della Riviera, non riescono a portare su mercati esigenti come quello europeo e nord americano o asiatico, prodotti tipici del segmento del lusso. Il risultato? I prodotti delocalizzati sono rigettati dal mercato come medio bassi e vanno in competizione con quelli fabbricati in Cina o India, a quel punto la convenienza di sfruttare una forza lavoro meno costosa, cade».
Per Colletti sarebbe opportuno che, per dare una svolta in termini industriali al loro rientro in Italia, gli imprenditori di ritorno aderissero in massa al “marchio doc della calzatura” della Riviera, uno strumento di controllo di filiera, pensato per aumentare la qualità delle lavorazioni e contro lavoro nero ed abusivismo.
Sulla stessa linea di Colletti il segretario Femca Cisl Massimo Meneghetti. «Ora la sfida che lanciamo alle controparti», dice, «è di utilizzare queste imprenditorialità di rientro per investire ancora di più in innovazione e tecnologia, che stanno rendendo la calzatura della Riviera inimitabile sul segmento del lusso».
Colletti ricorda come ad esempio, negli anni scorsi, tantissime aziende, create in Albania, siano rientrate in massa in Italia a causa dell’instabilità politica del paese e che tanti investimenti lì fatti siano andati in fumo. Insieme al rientro degli imprenditori dall’estero, in Riviera la calzatura si rilancia anche con l’arrivo dei grandi marchi: 200 posti di lavoro sono previsti nei prossimi mesi con l’apertura di nuovi stabilimenti (e indotto collegato) da parte di Kering del gruppo Gucci a Vigonza, e Yves Saint Laurent fra Fiesso e Stra. A livello di distretto intanto le cose vanno bene complessivamente. Dal bilancio fatto da Acrib nelle scorse settimane a Padova, è emerso chiaramente che nel 2016 che le cose erano andate bene. Le aziende complessive affiliate all’Acrib a cavallo fra le ex provincie di Padova e Venezia erano state nel 2016, 532: 12 in più rispetto all’anno precedente.
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