Calzaturiero in crisi, chiudono due aziende a Fossò: a casa 15 dipendenti

FOSSO'. Chiudono due calzaturifici in zona industriale, restano a casa 15 dipendenti. Questa la brutta notizia che arriva da uno dei comparti economici della Riviera del Brenta più colpiti dalla crisi legata alla pandemia. Si tratta del calzaturificio-tacchificio “Adriatica suole” con 10 dipendenti e dell’azienda di finissaggio calzaturiero “Cy”. Calzaturifici con dimensioni medio-piccole che sono i primi a farne le spese in questo periodo a causa della contrazione del mercato.
Il distretto della calzatura in Riviera del Brenta conta complessivamente 550 aziende per quasi 10mila lavoratori. Nei prossimi mesi si rischiano, secondo i sindacati, 4mila esuberi in Riviera.
Già oggi i lavoratori dell’azienda “Adriatica Suole” si riuniranno in assemblea per capire come si potrà agire. «Purtroppo», spiega Cristina Gregolin, rappresentante della Femca Cisl metropolitana, «si sta cominciando ad avverare nel comparto della calzatura la chiusura delle aziende a causa delle conseguenze collegate alla pandemia. Queste due aziende hanno annunciato ai lavoratori che chiuderanno l’attività e saranno messe in liquidazione. Da fine febbraio l’attività, espletati gli ultimi ordini, terminerà».
Anche la Filctem Cgil è preoccupata. «È un segnale di allarme per tutto il comparto che non va sottovalutato», spiega il referente Michele Pettenò, «Chiediamo la proroga degli ammortizzatori sociali per tutto il distretto per Covid a tutto il 2021, com preso il blocco dei licenziamenti».
Al problema della crisi economica si aggiunge quello dell’illegalità. Preciso l’appello di Michele Barison della Cna. «L’illegalità», dice, «sta mettendo in ginocchio le aziende serie che in Riviera sono in regola con tutti gli adempimenti e pagano le tasse. Della situazione devono farsi carico non solo i 10 Comuni dell’area e tutti gli organi preposti al controllo, ma anche le parti sociali. In questa partita ci si gioca il futuro di un’enorme fetta di economia. Facciamo squadra per difenderle e non darla vinta al malaffare». —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia