Calzaturiero, crolla la cassa integrazione
STRA. Il settore calzaturiero va bene e la scorsa estate le ore di cassaintegrazione (per centinaia di operai e operaie) nelle aziende del distretto della Riviera del Brenta si sono ridotte del 30% con punte del 35. A spiegarlo sono Riccardo Colletti, segretario della Filctem Cgil, e il funzionario Michele Pettenò: «Quest’estate il lavoro nei vari calzaturifici della zona c’era . Ci sono stati tanti ordinativi con un aumento generale anche del 20%. Le aziende che avevano persone in cassa integrazione hanno richiamato parzialmente al lavoro tanti cassintegrati e hanno utilizzato lo strumento della flessibilità chiedendo ai dipendenti di lavorare di più da luglio a settembre. Insomma siamo di fronte a dei segnali di ripresa davvero promettenti per tutto il comparto della Riviera, che speriamo si traducano nel 2016 in nuove assunzioni. Se il ritmo è questo, siamo fiduciosi che tutti i lavoratori che si trovano in cassintegrazione possano essere richiamati al lavoro già entro fine anno».
I calzaturifici del Brenta rappresentano il 51,4% del fatturato veneto nel settore e il 13,2% di quello italiano (pari a quasi due miliardi di euro) e il 91% del prodotto è destinato alle esportazioni. Ci sono 600 aziende a cavallo fra le province di Padova e Venezia per quasi 10 mila lavoratori occupati. Insomma un polmone di produttività fondamentale per tutto il paese. I laboratori si stanno dotando di un marchio doc per la calzatura Made in Riviera. Una strategia di marketing che si pone l’obiettivo di esaltare la qualità dei prodotti ed evitare ogni confusione con chi invece produce merce contraffatta. «Se la ripresa economica si consolida», conclude Colletti, «non va mai abbassata la guardia sulla questione contraffazione».(a.ab.)
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