«Calzature, chi delocalizza fuori dal marchio Riviera»
STRA. «No calzaturifici che delocalizzano all’interno del Marchio della Riviera del Brenta». Questa la richiesta della Filctem Cgil dopo che lo storico calzaturificio “Donna Carolina” ha chiuso la produzione lasciando a casa da mercoledì 28 lavoratori su 57 (restano solo gli impiegati e addetti commerciali per vendere scarpe prodotte altrove). E prima tre aziende avevano chiuso per delocalizzare in Macedonia.
Una operazione che per Filctem in Riviera del Brenta ormai ha già cancellato negli ultimi 12 mesi quasi 200 posti di lavoro. «Abbiamo da poco costituito», spiegano per la Filctem Cgil il segretario Riccardo Colletti e Michele Pettenò, «un accordo importantissimo a tutela del marchio e del made in Italy, allo scopo di rafforzare il prodotto italiano e di tutelarlo. Dentro a questo accordo c’è un codice di comportamento etico e la ricostruzione della filiera produttiva con tanto di enti certificatori ad avallare l’originalità del prodotto autoctono. Non possiamo tollerare che ci siano aziende che vendono nella rete dei negozi e soprattutto all’estero, scarpe che nulla hanno a che vedere con le attività produttive presenti nel distretto della calzatura. Dobbiamo farci promotori, e non possiamo essere i soli, di un’identificazione e una mappatura di queste “imprese”, per distinguere chiaramente chi fa parte del distretto produttivo e chi nel sistema ci resta solo per motivi commerciali, ma va a produrre dove costi e qualità sono più bassi. Questa è una necessità per tutelare il made in Italy».
Per il sindacato non è solo una questione di legalità: «È in ballo il nostro futuro. Operazioni come quelle del calzaturificio Donna Carolina attestano la non appartenenza ad un sistema che vuole vivere e crescere. Occorre per questo ripensare a nuove regole per valorizzare il distretto».
Il distretto della calzatura della in Riviera conta quasi 900 aziende per circa 10 mila dipendenti. È un settore in cui l’export è trainante su mercati per i quali solo la qualità conta per battere la concorrenza. Nel 2015 l’export a Venezia e provincia è cresciuto complessivamente del 5,4%, attestandosi a 4,3 miliardi di euro. Scendendo ancora più nel dettaglio si può rilevare come ben il 91% del fatturato prodotto dalle aziende calzaturiere della Riviera del Brenta (Acrib) sia realizzato sui mercati esteri.
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