Calvario dopo l’intervento chiede un milione di danni
CAVALLINO. L’operazione di “sleeve-gastrectomy” eseguita nel reparto di Chirurgia dell’Azienda ospedaliera di Padova diventa un incubo: un anno di ricovero e una vita sconvolta. È così che Mariella Seno, classe 1958 di Cavallino Treporti, assieme al marito e al figlio, ora chiede giustizia. Si è rivolta all’avvocato Giorgio Caldera del Foro di Venezia e ha dato mandato allo studio legale di procedere con una causa civile e la richiesta di oltre un milione di euro di danni.
La vicenda ha inizio nell’ottobre 2013 quando la donna, affetta da obesità patologica, era stata ricoverata a Padova per l’intervento che era stato effettuato il 28 ottobre in laparoscopia. A poche ore dalla dimissione, alla donna era salita la febbre molto alta che non si abbassava nemmeno con le medicine. Seno era stata quindi ricoverata nuovamente all’ospedale di Padova ma la situazione era precipitata: la paziente era entrata in coma, permanendo in pericolo di vita. «Nonostante fosse stato riconosciuto che la paziente era affetta da shock settico in peritonite diffusa da fistola gastrica iatrogenica, addebitabile agli stessi sanitari», spiegano dallo studio legale, «veniva sottoposta a intervento solamente verso la metà del mese di dicembre 2013». A seguire, altre quattro operazioni fino a marzo 2014, con il quadro clinico che non migliorava. Poi i primi segnali positivi.
A settembre 2014, dopo quasi un anno, la donna era stata dimessa e avviata ad un lunghissimo percorso di terapie e riabilitazione prima all’ospedale civile di Venezia e poi al Fatebenefratelli. In questo calvario, Mariella Seno ha perso la propria autonomia, necessita di assistenza continua ed è stata collocata anticipatamente a riposo per inabilità permanente al lavoro (era dipendente dell’Asl 12). Notevoli, secondo il legale, anche le ripercussioni di questa situazione per il marito e il figlio. Della vicenda sanitaria è stata interessata anche la Procura della Repubblica di Padova dove è tuttora pendente un procedimento penale per lesioni colpose. Sul fronte civile, invece, non hanno avuto esito né le richieste di risarcimento, né la procedura di mediazione con l’Azienda Ospedaliera che si è svolta a fine giugno. Di qui il mandato della donna e dei suoi familiari per l’avvio della causa in sede civile nell’ambito della quale verrà avanzata una richiesta di risarcimento danni di oltre un milione di euro.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia