«Caltana dimentica le sue vittime»
CALTANA. L’Italia ricorda le vittime del terrorismo, Caltana, che ha pagato un pesante tributo di sangue, no. Nessuna commemorazione nel paese di Lino Sabbadin, il macellaio ucciso nella sua bottega dai Proletari armati per il comunismo di Cesare Battisti il 16 febbraio 1979 e Nazzareno Basso, tra gli 85 morti della strage della stazione di Bologna il 2 agosto 1980. Ieri, nel giorno della memoria istituito in ricordo del ritrovamento del corpo di Aldo Moro, Adriano Sabbadin, figlio di Lino, ha affidato il suo sdegno alle telecamere Rai di Unomattina. «Sarebbe stato bello ricordare mio padre e Nazzareno in questa ricorrenza», ha puntualizzato in tv, «non è una cosa che chiedo come Adriano Sabbadin, ma sarebbe stato un bel gesto da parte delle autorità continuare quanto intrapreso dopo l’inaugurazione, due anni fa, della piazzetta di Caltana dedicata alle vittime del terrorismo. Invece nulla. Ormai ce la siamo messa via: Battisti è libero in Brasile, lo Stato non prova più a riportarlo in Italia, giustizia non arriverà mai. Vuol dire che in questo Paese manca la sensibilità». Certo nella sua Caltana Sabbadin un piccolo ricordo pubblico, istituzionale, l’avrebbe gradito: «Più per Ines (la vedova Basso, ndr) che per me, loro vivono ancor più nell’ombra, non hanno mai chiesto nulla. Non lo chiedo nemmeno io, è una sensibilità che dovrebbe nascere spontaneamente da chi amministra. Non lo dico solo al sindaco, ci sono altri che potevano prendere l’iniziativa. Forse ricordare crea fastidio». «Ben lieti di commemorare», replica il sindaco Nicola Fragomeni, «ma non può essere il Comune a organizzare. Altrove sono gruppi o associazioni a proporsi. Se lo facessero, io non mancherei e anche il patrocinio è assicurato».(f.d.g.)
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