«Calpestati i diritti sindacali» La Fiom contro la Fincantieri

Ricorre contro trasferimenti e sospensioni dell’azienda e avvia la procedura per il rinnovo della Rsu Rinviate all’1 luglio le trattative sul contratto integrativo, ma intanto continuano i tagli in busta paga
Di Gianni Favarato

Alla Fincantieri continua il braccio di ferro sul rinnovo del contratto integrativo e sulla decisione unilaterale dell’azienda (della quale il ministero del Tesoro italiano controlla ancora oltre il 70% dei titoli azionari) di decurtare la busta paga dei quasi mille dipendenti dei cantieri veneziani. L’ultima tornata di trattativa nazionale tra azienda e le segreterie nazionali di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm - tenutasi a Roma nei giorni scorsi - è stata aggiornata al prossimo 1 luglio e la decisione non piace per niente alla stragrande maggioranza dei lavoratori che da aprile scorso si sono visti togliere quasi 100 euro al mese in busta paga, oltre al premio di produttività di 250 euro che non è stato corrisposto.

Tutto ciò malgrado Fincantieri negli ultimi mesi abbia fatto il pieno di ordini di lavoro con un utilizzo degli appalti pari a l’80% dei carichi di lavoro per costruire lo scafo e allestire navi da crociera sempre più grandi. Come se non bastasse, a complicare le cose ci sono i trasferimenti e i provvedimenti disciplinari decisi dai dirigenti di Fincantieri nei confronti di delegati sindacali e lavoratori iscritti alla Fiom-Cgil, accusati dall’azienda di aver organizzato dei picchetti davanti alla portineria durante l’ultimo sciopero, malgrado gli agenti della Questura di Venezia, presenti sul luogo, non abbiano rilevato il fatto, rispondendo per le rime all’azienda che li ha accusati di essere “tutori del disordine”.

«La linea di scontro frontale con noi, dettata dall’amministratore delegato Giuseppe Bono, sta portando all’anno zero i diritti sindacali alla Fincantieri di Marghera», sostiene Antonio Silvestri, segretario della Fiom veneziana che, dopo le dimissioni dei sui delegati, ha deciso di avviare la procedura per anticipare le elezioni della rappresentanza sindacale unitaria (Rsu) «per ristabilire le più elementari regole di democrazia sindacale, calpestate dalle altre organizzazioni che hanno imposto una ripartizione dei seggi utilizzando vecchie regole, peraltro superate con il nuovo accordo sulle rappresentanze sindacali siglato a livello nazionale da Cgil, Cisl e Uil e da Confindustria».

«In sostanza», aggiunge Silvestri, «malgrado la lista di candidati alla Rsu della Fiom abbia ricevuto oltre il 60% dei voti, si è vista assegnare un numero di delegati pari al 50% di voti, con la scusa di applicare la vecchia regola, ora superata, di distribuire proporzionalmente solo i due terzi di seggi, mentre il restante terzo è stato assegnato solo a Fim e Uilm e non alla Fiom in quanto non ha firmato l’ultimo contratto nazionale di categoria dei metalmeccanici».

Per questa ragione, la Fiom nazionale ha deciso di «depositare un atto di comportamento anti-sindacale contro Fincantieri in relazione ai trasferimenti ritorsivi operati nei confronti di lavoratori e iscritti Fiom e di valutare un'azione legale per il continuo diniego dell’agibilità sindacale alla Fiom nella sede di Trieste, per i provvedimenti disciplinari adottati nel cantiere di Marghera, per l'illegittima mancata erogazione di 70 euro mensili ai lavoratori previsti anche da accordi precedenti al 2009, per la possibile ed eventuale disdetta di tutti gli accordi in essere nei singoli cantieri riguardanti l’orario plurisettimanale e la flessibilità».

Il Coordinamento nazionale dei delegati della Fiom in Fincantieri è stato convocato a Roma per martedì 16 giugno per «avanzare proposte precise di azione e mobilitazione ai lavoratori, in apposite assemblee».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia