Calendario cristiano-islamico messaggio di pace da Venezia
In un momento storico in cui basta un cerino per innescare un incendio e seminare terrore, Venezia, dopo i fatti terroristici di Parigi e la strage del Bataclan, torna a lanciare un messaggio di pace e si dimostra, ancora una volta, pioniera nel costruire ponti tra culture e religioni. È uscito “Holy words for Peace (God is beautiful and He loves beauty)”, il calendario cristiano-islamico 2016/1437-38 by Shamira, che presta un’esplosione di “colori” alla causa del dialogo, convinta che solo cultura e conoscenza possono stimolare il rispetto reciproco e la serena convivenza.
Anna Shamira Minozzi, nata a Pordenone e residente a Portogruaro, è cittadina del mondo, unica donna italiana che entra con le sue opere nelle più importanti moschee arabe, dove è apprezzata e stimata. La sua arte è una fine sintesi teologica, ma la calligrafia islamica cui si ispira e che compone in modo innovativo grazie alla sua matita e al suo pennello unici, rende il messaggio visibile agli occhi, oltre che comprensibile in diverse lingue. Ogni mese di cui si compone, riporta il calendario gregoriano insieme al calendario lunare Islamico. La parte artistica e grafica è stata creata da Shamira. I testi relativi ai contenuti religiosi che accompagnano le immagini, sono stati curati per la parte islamica da Abdellah Redouane, segretario generale del Centro Islamico Culturale d'Italia e dal professor Wael Farouq, docente dell'Università Cattolica Sacro Cuore di Milano. Per la parte cristiana, invece, da don Cristiano Bettega, direttore dell'Ufficio Nazionale per l'Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della Conferenza Episcopale Italiana.
Il calendario è stato presentato alla festa nazionale Saudita, di seguito a Torino e prima a Roma a ottobre, in occasione del convegno sui vent’anni della Grande Moschea di Roma. «Questo mio calendario cristiano-islamico è stato concepito per stimolare, attraverso il potere comunicativo dell'espressione artistica, il dialogo tra culture differenti, suggerendo una propositiva fusione tra elementi che le caratterizzano, inducendo quindi a una comprensione e a una conoscenza reciproca», spiega l’artista, convinta che solo andando incontro all’altro e sforzandoci di conoscerci meglio, possiamo anche scoprire cosa ci unisce e capire che conta più di ciò che ci divide. «La mia opera», racconta, «vuole mettere in evidenza come sia possibile e stimolante una convivenza tra aspetti diversi di diverse culture: numeri e lettere occidentali insieme a caratteri arabi, successioni di eventi ricordati nelle due diverse tradizioni, richiami artistici e culturali convivono in armonia, ognuno seguendo la propria linea senza confondersi tra loro».
«L'idea alla base di questo calendario», come si legge nella presentazione, «sta nel fatto che comunicandoci il progredire continuo della nostra esistenza, può anche ricordarci ogni giorno che condividiamo la quotidianità con culture differenti dalla nostra e che la diversità è arricchimento, è stimolo alla curiosità di conoscere l'altro e che il rispetto reciproco è fondamentale per vivere in pace». Prosegue Shamira: «Bisogna procedere per inclusione e non per esclusione: non questo o quello, ma questo e quello». Il calendario riporta versetti del Vangelo e del Corano, di Gesù e di Maometto, ma anche di uomini e donne di pace, come Maria Teresa di Calcutta e del famoso Rumi, poeta mistico persiano. «L’intento», conclude l’artista, è dimostrare che l’etica alla base delle due religioni è la medesima, la tensione al bene la stessa, gli insegnamenti un punto di contatto straordinario, anche se poi l’uomo per comodo li distorce e li piega alla sua volontà».
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