Caldura: «Occasione per Mestre coloriamo i palazzi di via Poerio»

Il docente dell’Accademia di Belle Arti promuove la rigenerazione  «Sono interventi evoluti, positivi ma serve una regia che sia pubblica»

MESTRE. "Sono operazioni che in giro per il mondo si fanno da anni. Vedi Berlino Est. Sono interventi oggi evoluti, positivi, che consentono una lettura in connessione con l’architettura degli edifici». Riccardo Caldura, docente di Fenomenologia delle arti contemporanee all’Accademia di Belle Arti di Venezia, crede nell’arte come mezzo di rigenerazione urbana.

Professor Caldura ora se ne parla molto a Mestre per riqualificare edifici ed aree urbane in zone degradate.

«Esempi ce ne sono tanti. Ci sono landmark in Alto Adige stupendi. A Mestre ricordo che il liceo Franchetti aveva una facciata laterale, interamente dipinta. Come la discoteca Molo 5, che aveva un graffito di valore».

Ma chi deve sostenere i costi di questi interventi?

«I costi sono sempre relativamente contenuti. Bene se interviene il mecenatismo ma occorre una regia pubblica. E la politica non c’entra. Sto lavorando a Novara, dove governa la Lega, su spazi di pregio.

L’arte urbana potrebbe avere un peso in centro a Mestre attorno al M9, colorato da Sahuerbruch e Hutton.

«Vero, il progetto M9 ha smosso molto: gli architetti Sahuerbruch e Hutton sanno vedere le connessioni con l’architettura circostante. Ecco, colorare le tante pareti cieche dei palazzi di via Poerio ha un senso. Ci avevamo pensato pure noi, tanti anni fa, con il progetto “Dalla stazione al mare”, percorso di azioni d’arte dalla stazione a forte Marghera. È rimasta una suggestione, purtroppo. Per Mestre questa è una occasione da cogliere». —

M.Ch.


 

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