Caldo torrido all’Astra protestano gli spettatori

Nel nuovo teatro di San Donà l’impianto di climatizzazione non funziona. Disagi per il pubblico sabato al recital di Katia Ricciarelli: «Non si respirava»
SAN DONA' DI P. - DINO TOMMASELLA - COLUCCI- interno teatro astra
SAN DONA' DI P. - DINO TOMMASELLA - COLUCCI- interno teatro astra

SAN DONA'. D'inverno senza sufficiente riscaldamento, verso la primavera-estate senza climatizzatore. La temperatura nel nuovo teatro metropolitano Astra non è mai quella giusta. Sabato sera, all'uscita dello spettacolo di Katia Ricciarelli, tanti spettatori si sono lamentati con determinazione, boccheggiando visibilmente. Sono arrivati da Venezia, Treviso, da tutto il Sandonatese, ma l'aria tra i posti a sedere, oltretutto non particolarmente spaziosi come più volte evidenziato, era davvero irrespirabile. Un caldo insopportabile per vedere l'affascinante Katia esibirsi sul palco, ospite d'eccezione che chiude di fatto questa prima annata "sperimentale".

«Non ce la facevamo davvero più», si è lamentata una signora di San Donà che era tra gli spettatori, «e sicuramente non ci facciamo una bella figura quando si organizzano spettacoli di un certo peso come quello di sabato sera».

Venerdì era accaduta la stessa cosa. La gente è uscita, è andata a bere qualcosa nei locali della zona e non ha parlato d'altro. Lo scorso inverno, invece, tanti spettatori avevano segnalato freddo all'interno del teatro, sicuramente altrettanto fastidioso durante uno spettacolo. E qualcuno aveva sentito anche rumori continui di sottofondo, come delle resistenze negli impianti elettrici. Evidentemente l'impianto va sistemato nel suo complesso, anche se a breve, in piena estate, gli spettacolli saranno sospesi. Tanti problemi per un teatro costato oltre 10 milioni di euro, frutto del progetto di un archistar quale Goncalo Byrne, realizzato secondo i più moderni standard tecnici e architettonici, ma finora molto criticato e sminuito fino a cosiderarlo un "cubo" roseo che giganteggia tra un palazzo di dubbio gusto futuristico in cemento e metallo e una palazzina piuttosto vecchia e decadente. Poi la scritta che compare in alto, quasi invisibile per chi cammina lungo via Ancillotto che non lo ha particolarmente impreziosito.

Il Comune e la San Donà Patrimonio, società partecipata che ne ha la gestione, si sono dati molto da fare finora, ma, nonostante un programma di tutto rispetto, i numeri non sono certo così entusiasmanti e lo stesso vale per l'impatto globale sulla città, mentre la struttura ha costi notevoli per l'amministrazione. Ecco perché nel futuro si affaccia una gestione esternalizzata come potrebbe accadere molto presto anche per la fiera del Rosario. Si tratterà di valorizzarlo il più possibile per un vero rilancio.

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