Calci e pugni fra “amici” condannato a due anni
NOVENTA. Una partitella di calcio tra amici finisce in rissa e poi in tribunale. Uno dei due giocatori coinvolti si è rivolto infatti a un legale e chiede ora il risarcimento di 25 mila euro. Ecco per una divertente partita tra quarantenni si trasforma in un momento di tensione, scambio di colpi proibiti.
Ma una cosa è lo scontro fisico, seppure scorretto, nella partita, l’altra è la reazione violenta che il giudice ha punito. Difeso dallo studio legale Pavanetto di San Donà, uno dei due giocatori coinvolti è stato infine assolto dall’accusa di lesioni nei confronti del compagno di squadra, coimputato nello stesso procedimento penale per i medesimi capi d’accusa. Facevano parte della stessa squadra i due calciatori, ma in occasione della partitella tra amici si erano trovati uno contro l’altro e con qualche precedente di troppo, vecchi rancori dovuti al gioco un po’ troppo maschio.
Il calciatore, rappresentato dagli avvocati Luca Pavanetto e Rosa Parenti, era dunque accusato di aver colpito, ancora nel gennaio 2012, il compagno di squadra con una gomitata al volto. Un colpo troppo violento in una partitella di calcio oltrettutto amichevole.
Dallo scontro, forse frutto di una antica ruggine, era scaturita la reazione violenta da parte del compagno di squadra che ha sferrato calci e pugni al volto dell’altro. Il calciatore colpito si è recato al pronto soccorso di San Donà dove gli è stato diagnosticato un trauma cranico e la rottura del setto nasale.
Nei giorni scorsi, esattamente il 6 maggio, dopo quattro anni d’attesa, il giudice del Tribunale di Venezia ha dichiarato non colpevole il calciatore colpito dai calci e pugni, in quanto lo scontro originario era avvenuto durante una partita di calcio, mentre ha condannato il suo compagno di squadra che aveva reagito per lesioni a due anni di reclusione, pena sospesa, perché avvenute al di fuori del contesto agonistico-sportivo.
«L’istruttoria dibattimentale», spiega l’avvocato Pavanetto, «ha ben chiarito i rispettivi ruoli e l’ambito in cui si sono svolti i fatti che hanno fatto trasparire la totale innocenza del nostro assistito. Le lesioni delle quali era imputato sono da riferire alle normali azioni di gioco che intercorrono durante una partita di calcio.
«Sulla base della condanna a due anni del nostro avversario», conclude l’avvocato, «ora chiederemo al giudice civile la liquidazione di un danno non inferiore a 25.000 euro».
Una semplice partitella di calcio ha avuto un risvolto giudiziario improvviso durato la bellezza di quattro anni che non è ancora finito.
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