Calci e pugni ai genitori per avere i soldi delle slot
SALZANO. «Quando ti trovo per strada ti taglio la gola»; «Pensa per te che avrai bisogno di una cassa da morto». E ancora: «Ti distruggo, ti faccio mangiare dai vermi». Così un figlio si rivolgeva ai genitori ultrasettantenni. Il suo obiettivo era farsi consegnare denaro per giocare alle slot machine.
Un problema, quello della ludopatia, con il quale il 49enne faceva i conti da tempo. Prima si prosciugava lo stipendio trascorrendo le ore davanti alle macchinette, poi pretendeva soldi dai genitori per continuare con quella che a tutti gli effetti era diventata la sua dipendenza. Ieri l’uomo, difeso dall’avvocato Alessandra Nava, è comparso davanti al giudice per l’udienza preliminare David Calabria che lo ha condannato a 2 anni e 4 mesi in abbreviato, e quindi con lo sconto garantito da questo rito, per maltrattamenti in famiglia, estorsione e lesioni aggravate.
Stando alle accuse mosse dalla pubblico ministero Elisabetta Spigarelli, i fatti erano compresi nel periodo tra il 2014 e il 22 agosto 2017, quando era stata eseguita l’ordinanza di custodia cautelare in carcere visto che l’uomo non aveva rispettato il divieto di avvicinamento ai genitori. Ora, dopo un periodo di detenzione, il 49enne è stato scarcerato, ha deciso di intraprendere un percorso di disintossicazione dalla ludopatia che sta proseguendo positivamente e per questo la misura cautelare è stata rimodulata nel divieto di avvicinamento ai genitori, i quali hanno nel frattempo ritirato la querela, anche se il procedimento è andato avanti d’ufficio vista la tipologia dei reati contestati.
Le richieste di denaro da parte del 49enne agli anziani genitori per giocare alle slot machine erano sempre più pressanti. Papà e mamma finivano per essere bersaglio di minacce, anche di morte, ogni volta che si rifiutavano di consegnargli i contanti, ben sapendo che quei soldi sarebbero stati inghiottiti dalle macchinette. Di qui l’accusa di estorsione contestata dalla pubblico ministero Spigarelli. Le richieste di denaro venivano accompagnate anche al lancio di oggetti e ai danneggiamenti tra le mura domestiche, che si aggiungevano alle violenze fisiche e psicologiche. Quanto alle lesioni, nel capo d’imputazione si ricostruisce che il 49enne aveva causato un ematoma alla guancia sinistra della madre dopo averla colpita in uno dei suoi momenti di rabbia dinnanzi ad un “no” per l’ennesima richiesta di soldi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia