Calatrava trovato a New York: notificata la citazione per 3 milioni di danni

I due tentativi precedenti di scovare l'ideatore del Ponte della costituzione erano andati a vuoto: il processo contabile inizierà regolarmente il 13 novembre. Gli si contesta la responsabilità dello spropositato aumento dei costi

VENEZIA. L’archistar Santiago Calatrava è stato raggiunto dalla notifica che lo informa che nei suoi confronti pende una citazione in giudizio con la richiesta di 3,886 milioni di euro di danni erariali per il ponte della Costituzione di cui è stato il progettista. La prima udienza sarà davanti alla Corte dei conti di Venezia il 13 novembre prossimo. L’architetto spagnolo si è costituito in giudizio e ha nominato come difensori gli avvocati Marco D’Alberti e Pierluigi Piselli di Roma. La Procura presso la Corte dei conti lagunare aveva già cercato due volte di notificare l’atto, ma i tentativi erano andati a vuoto, il terzo ha centrato l’obiettivo e ora il procedimento può iniziare.

«La realizzazione del Quarto Ponte sul Canal Grande ha comportato un oggettivo e sconsiderato aumento di costi rispetto agli oneri preventivati, ma in aggiunta comporterà per il futuro un costante e spropositato esborso economico da parte dell'amministrazione in quanto l'opera è affetta da una patologia cronica, caratterizzata dalla necessità di un costante monitoraggio e dal continuo ricorso ad interventi non riconducibili, in alcun modo, ad interventi di ordinaria manutenzione. Si potrebbe affermare che il quarto ponte sul Canal Grande costituisce per la collettività un danno durevole a fecondità ripetuta».

Questo aveva scritto nel marzo scorso e il procuratore veneto della Corte dei Conti, Carmine Scarano, chiudendo la citazione con la quale ha chiesto 3,886 milioni di danni erariali (più interessi) a Calatrava e ai responsabili del procedimento per il Comune negli anni, gli ex direttori dei Lavori pubblici Roberto Scibilia, Salvatore Vento e RobertoCasarin. Il procuratore Scarano ha contestato 2,264 milioni di euro di danni per aumenti di costi «riconducibili ad errori o omissioni progettuali» con «un indubbio uso abnorme ed irrazionale delle perizie di variante e un importo finale sostanzialmente raddoppiato». Senza considerare «l'eventuale ulteriore danno per 11 milioni di euro, per i quali è pendente un contenzioso tra la ditta Cignoni e il Comune, davanti al Tribunale civile».

Forte di due diverse perizie realizzate per conto della Procura della Repubblica e del Tribunale civile, della relazione dell'Agenzia di vigilanza sugli appalti pubblici, la relazione del consulente della Procura contabile Roccatagliata e di quello del Comune Majowiecki, Scarano contesta «macroscopici errori» progettuali con rifacimento dei conci in acciaio e la mancata realizzazione del tirante subacqueo suggerito dall'ingegner Giuseppe Creazza per risolvere il problema dello spostamento, preferendo un rinforzo delle fondamenta, che non ha risolto il problema: «improvvida decisione che ha condizionato in negativo l'intera costruzione», «incredibile superficialità nell'adottare soluzioni rivelatasi drammaticamente inadeguate», determinando spese costanti di manutenzione per la messa in assetto con martinetti idraulici, con la contestazione degli 816 mila euro di manutenzione spesi sinora.

A determinare aumenti di spesa, anche «macroscopici errori» nella gestione della gara d'appalto, con chiamata di ditte specializzate in strade invece che in opere di carpenteria. Il magistrato contesta anche la notizia della donazione del progetto da parte di Calatrava , che per la progettazione definitiva ricevette invece 245 mila euro, più altri 92 mila (tanto che ora l'architetto contesta il mancato pagamento di 372 mila euro).

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