Cagnolina avvelenata da un’esca per topi

Ceggia. L’animale è stato salvato dal pronto intervento del veterinario Il padrone del bassotto: «Non è il primo caso, un pericolo anche per i bambini»

CEGGIA. È allarme a Ceggia a causa del ritrovamento di esche per topi sul ciglio di alcune strade. Nei giorni scorsi una cagnolina ha quasi ingerito una pastiglia di veleno contro i ratti e solo il tempestivo intervento del veterinario le ha salvato la vita. L’episodio è avvenuto lungo via Pra’ d’Arca. «Stavo passeggiando sul marciapiede con al guinzaglio la mia cagnolina, una femmina di bassotto, quando ho notato che masticava qualcosa», racconta il ciliense G.B., «sapendo che i bassotti raccolgono di tutto, ho controllato e ho visto che aveva in bocca una pasticca di veleno per ratti. Subito ho avvisato la veterinaria, la dottoressa Cristina Vortali, che si è precipitata e ha praticato le cure del caso».

La cagnolina è tuttora sotto osservazione e dovrà seguire una cura per una decina di giorni, ma dovrebbe essere scongiurato il pericolo di vita. Sull’accaduto adesso sarà presentata una denuncia alle autorità sanitarie competenti. Nel frattempo il proprietario della cagnolina, che ringrazia la veterinaria per la tempestività dell’intervento, ha deciso di raccontare pubblicamente il fatto. «Credo sia giusto protestare contro l’inciviltà con cui operano determinate persone per liberarsi del fastidio degli animali», racconta G.B., «senza contare che sul marciapiede passeggiano anche bambini piccoli che, magari durante un attimo di disattenzione dei genitori, possono mettersi in bocca le pastiglie, con conseguenze ancora più gravi».

Non si tratterrebbe di un caso isolato. In particolare, nei primi giorni dell’anno un episodio analogo è avvenuto in via IV Novembre, dove una signora a passeggio con il suo cagnolino ha trovato una pastiglia occultata in un cespuglio. E altri episodi sono stati segnalati anche in passato. Resta da capire chi possa aver disseminato queste pastiglie, compiendo un’azione così pericolosa. Debbono, infatti, essere sempre collocate all’interno di trappole protette, così da evitare rischi per gli altri animali o per l’uomo.

Giovanni Monforte

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