Caf, disoccupato perde indennità di 14 mila euro

Mirano. Disguido a causa di un errore nei documenti del centro assistenza fiscale L’artigiano, 48 anni, di Spinea, si rivolge all’Adico che avvia un’azione legale
MESTRE 12.01.2004 CALDAIA A GAS (C) Bertolin M. richiesto da RAFFELE MESTRE CALDAIA A GAS
MESTRE 12.01.2004 CALDAIA A GAS (C) Bertolin M. richiesto da RAFFELE MESTRE CALDAIA A GAS

SPINEA. Quattordici mila euro di disoccupazione persi per un errore del Caf, il suo centro di assistenza fiscale. Un artigiano quarantottenne di Spinea si è rivolto all’Adico, Associazione dei consumatori di Mestre dopo l’incredibile avventura patita con chi, in realtà, doveva dargli assistenza fiscale nei confronti dell’Inps.

Luca Marin era occupato in un’azienda locale come tecnico delle caldaie, poi a maggio dell’anno scorso ha perso il lavoro. Si è rivolto all’Inps di Mirano per chiedere l’indennità di disoccupazione “Naspi”, introdotta dal Job Acts. Per la documentazione necessaria si è affidato a un patronato di Mirano, che ha preso in carico la pratica trasmettendola all’ente previdenziale. Tutto come da procedura.

A inizio anno però i primi problemi: il quarantottenne di Spinea decide infatti di aprire assieme al cugino un’attività in proprio, sempre nell’ambito dell’assistenza caldaie. «A quel punto», racconta Marin, «ho comunicato la novità sia all’Inps che al Caf, il quale mi ha detto che avendo sfruttato solo una parte della Naspi, avrei avuto diritto a un’altra porzione di disoccupazione per circa 14 mila euro.

Dal patronato mi hanno chiesto i documenti che attestavano l’avvenuta costituzione della nuova società davanti al notaio. Dopo un paio di settimane ho consegnato i fogli richiesti».

Passa qualche giorno e il Caf chiede all’artigiano nuovi documenti di inizio attività. Marin porta anche queste carte al patronato, ma dopo alcuni giorni riceve un sms dall’Inps che gli comunica che la sua domanda non è stata accolta perché manca la documentazione necessaria. «Sono andato io stesso all’Inps e ho scoperto che bastava un certificato che doveva rilasciarmi il Comune, sempre relativo all’inizio della mia attività», prosegue l’uomo, «ormai però era troppo tardi. Ho chiesto spiegazioni al Caf e mi hanno detto che non sapevano fosse necessario questo documento».

Ora, tramite l’ufficio legale dell’Adico, Luca Marin ha scritto al patronato di Mirano. «Chiediamo al Caf di intervenire con la propria assicurazione per bilanciare il grave pregiudizio economico subito dal nostro socio», spiega il presidente di Adico, Carlo Garofolini, «sono comunque tantissime le persone che si rivolgono a noi contestando errori da parte dei Caf. Nel 2016 c’è stato un vero e proprio boom di segnalazioni: servono più tutele per i contribuenti perché le assicurazioni dei Caf coprono solo le eventuali sanzioni e le more comminate ai cittadini per errori del patronato stesso».

Filippo De Gaspari

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