Caduta per una buca chiede centomila euro
MOGLIANO. C’è chi non ha visto una lira e si vede costretto a fare causa, chi invece qualche piccolo rimborso è riuscito ad ottenerlo. La casistica è ampia e variegata, a non cambiare mai, invece, sono le pessime condizioni di strade e marciapiedi, in centro e in periferia. Ogni anno in Comune arrivano numerose richieste di risarcimento danni per cadute o per sinistri stradali causati dalla cattiva manutenzione dell’arredo urbano. L’ultimo caso riguarda la signora Paola Rossi, residente nel quartiere est: il 29 novembre scorso il Comune di Mogliano le ha riconosciuto un risarcimento di 5.500 euro per le lesioni fisiche subìte a seguito di una caduta accidentale mentre camminava in via Italo Svevo, a due passi da casa. Di questa somma, per effetto della franchigia prevista dal contratto assicurativo stipulato dell’amministrazione, la compagnia Aig Europe liquida 500 euro e il resto spetta al Comune. Nel caso di Loreta Fantin, invece, lo “scivolone” avvenuto a Zerman il 17 maggio del 2015, mentre andava alla recita della nipotina, rimane un caso ancora aperto. La nonna, all’epoca 57enne, era inciampata sulle strisce, rimediando una bruttissima caduta con frattura di entrambi gli omeri. Si parla di un’invalidità permanente del 40% e di spese mediche per almeno 25 mila euro. In questo caso però niente rimborso e la combattiva Fantin, patrocinata dallo Studio 3A, ha deciso di tentare ogni strada: mercoledì scorso il caso è stato trattato anche dal popolare programma televisivo “Mi manda Rai 3”, lunedì i legali della donna hanno depositato al Tribunale di Treviso un atto di citazione contro il Comune di Mogliano. A conti fatti, tabelle alla mano, la richiesta di risarcimento supera i 100 mila euro. Negli anni si contano a decine le richieste di risarcimento avanzate contro il Comune di Mogliano per la cattiva cura di strade e marciapiedi. «La questione arriva da lontano» commenta l’assessore ai Lavori pubblici, Giovanni Scognamiglio, «la scarsa manutenzione in un lasso di tempo prolungato, una decina d’anni, ha prodotto i risultati di cui siamo testimoni. La manutenzione andrebbe infatti gestita con costanza e pianificazione e non soltanto per rispondere ad emergenze».
Matteo Marcon
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