Cade sul marciapiede senza luce Il marito: «Farò causa al Comune»
SOTTOMARINA. Inciampa nel marciapiede, senza illuminazione, e finisce al Pronto soccorso con traumi al bacino, al ginocchio sinistro e alla zona sacro-lombare.
È capitato sabato sera, poco dopo le 20, a Anna Maria Cavallarin, moglie dell’ex consigliere comunale e assessore Andrea Abbagnara, in via Nicolò Zeno, all’interno del comparto 8C1. Comparto, abitato da tredici anni, ma senza le opere di urbanizzazione, continuamente sollecitate dai residenti che le hanno pagate al momento dell’acquisto degli appartamenti. Condizione che potrebbe indurre i coniugi Abbagnara a decidere di sporgere denuncia. Nel punto dove è caduta il marciapiede esiste, ma manca l’illuminazione. Sabato sera la signora stava rientrando a casa, a pochi civici di differenza, percorrendo il marciapiede. Ad un tratto, forse per la scivolosità della pavimentazione bagnata dall’umidità o per la presenza di fanghiglia, la signora è inciampata candendo verso avanti e perdendo gli occhiali. Tentando di tirarsi su, senza occhiali, ha perso l’equilibrio di nuovo ed è finita all’indietro cadendo in modo brusco con il bacino. È stata subito soccorsa da chi ha visto la caduta e sono stati avvertiti il figlio e il marito. I soccorritori hanno anche chiamato l’ambulanza. «All’inizio ci siamo spaventati moltissimo», racconta Abbagnara, «arrivati in Pronto soccorso le prime radiografie segnalavano una macchia scura sui polmoni e mia moglie continuava a vomitare. Poi è stata eseguita anche una Tac che ha escluso problemi gravi per fortuna. Ha diversi ematomi e traumi sulle gambe, sul bacino, sulle vertebre e sulla zona sacrale. È stata dimessa in tarda serata con una prognosi di venti giorni, ma al momento non riesce nemmeno a scendere dal letto da sola e ha dolori continui». Lo spiazzo davanti i condomini del comparto è al momento una distesa di fango e erba dove le auto parcheggiano, rischiando tagli alle gomme per la presenza di materiali di risulta del cantiere e di tombini aperti. Il progetto prevedeva invece uno spazio verde ad uso degli inquilini e un adeguato numero di posti per le 200 famiglie che sono andate ad abitare il comparto. «Da anni i residenti chiedono che le opere siano ultimate», sostiene Abbagnara, «spiegando che prima o poi sarebbe successo qualcosa. Ecco l’incidente ora è capitato, per fortuna nulla di irreparabile, ma cosa si sta aspettando? Ora cercheremo di capire se c’è possibilità di fare rivalsa a chi ha responsabilità sulla mancata esecuzione delle opere di urbanizzazione».
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