Cade in golena, paga il Comune

Noventa. L’incidente durante una festa. Respinta la tesi difensiva: «La donna era sovrappeso»
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NOVENTA. Era caduta tre anni fa in golena durante una festa pubblica organizzata dal Pd. Il Comune di Noventa è ora costretto a risarcirla nonostante avesse adombrato che la donna fosse “sovrappeso”. La difesa dell’amministrazione comunale aveva posto l’accento sul fatto che la caduta seguita alla perdita improvvisa dell’equilibrio fosse dovuta al fatte che la donna era alta e anche corpulenta. Si tratta di una signora del posto, coinvolta in questo piccolo incidente occorso nell’area del parco fluviale. Dopo tre anni di causa civile, il Comune di Noventa è stato condannato dal Tribunale di Venezia. Dovrà pagare circa diecimila euro comprensivi di interessi e spese legali.

La signora, il 30 luglio del 2011, precisamente alle 23.55, si trovava nella zona del parco fluviale per la festa organizzata dal Partito Democratico. Un evento molto partecipato dalla comunità locale e anche da cittadini dei comuni limitrofi. A serata ormai quasi terminata, la donna stava raggiungendo la propria auto per poi tornare a casa. Non si era accorta del rialzamento di un tombino ed è rimasta incastrata con una gamba nella caditoia, nello spazio creatosi dal rialzamento del tombino. Aveva subito così delle lesioni all’arto e in altre parti del corpo. Il giudice dottor Galasso, nella motivazione della sentenza, ha ritenuto che la danneggiata “non fosse a conoscenza dello stato dei luoghi e che di sicuro non poteva certo prevedere che il tombino si rialzasse avendo adottato ogni precauzione, anche in presenza dell’improvvisa pioggia di quella sera”.

Ed è stato lo stesso magistrato, dimostrandosi molto sensibile, a respingere anche le eccezioni sulla statura e sul peso della donna. Le ha definite “irrilevanti e formulate in maniera inopportuna dalla difesa del comune di Noventa”.

«Dopo una dura battaglia giudiziaria», commenta l’avvocato della donna, Luca Pavanetto, «abbiamo ottenuto il riconoscimento dei nostri diritti. Il Tribunale ha ritenuto che il tombino abbia rappresentato la classica situazione di insidia, non visibile e non prevedibile. E ha respinto anche la difesa del Comune che aveva evidenziato la statura e il peso della donna quali possibili cause della caduta. Di qui l’obbligo risarcitorio in capo al Comune».

Giovanni Cagnassi

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