Cacciatori contro i profughi per la caccia alla lepre
CONA. I profughi danno la caccia alle lepri nei campi di Cona e i cacciatori scrivono al Prefetto.
È l’ultimo sviluppo della complicata convivenza, a Conetta, tra i migranti ospitati nella ex base militare e i residenti, nel caso specifico agricoltori e cacciatori, due categorie quasi interamente sovrapponibili.
«Qualche giorno fa, al momento della trebbiatura» racconta Mauro Polo, agricoltore ed esponente del comitato spontaneo “Basta profughi a Cona”, «alcuni dei profughi si sono radunati attorno alla trebbiatrice. Avevano dei tubi di gomma, forse cavi elettrici dismessi della vecchia base militare e li battevano a terra, a turno, per far scappare le lepri, già spaventate dalla macchina agricola, nella direzione voluta». Insomma, una caccia alla lepre che vede la trebbiatrice a far la parte dei cani che stanano la preda e i profughi a fare i battitori che corrono su e giù per i campi per controllare e indirizzare i movimenti degli animali. «Alla fine, almeno una, ho visto che l’hanno presa» racconta Polo. E probabilmente, anche altre lepri sono state catturate, tanto che qulcuno scrive su Facebook «In quel posto, prima, se ne contavano a decine. Ora credo che non ci sia più tanta roba». Comunque sia la situazione, le “battute di caccia” dei profughi non sono considerate dalla comunità una attività apprezzabile: la zona attorno a Conetta è destinata al ripopolamento e i cacciatori della locale sezione, informati della novità, hanno scritto al Prefetto lamentando il possibile danno alla specie e, sottinteso, il fatto che a loro non resterebbe più nulla da cacciare. E chiedono un intervento.
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