Cacciari: «Stop alla rottamazione ci vuole continuità di governo»

L’ex primo cittadino appoggia Nicola Pellicani in vista delle consultazioni del centrosinistra «Sviluppo e progetti privati: soldi da Roma non ne avremo più». Attacca Casson: «Nessuna novità»
Di Alberto Vitucci
Cacciari al Palco Mestre
Cacciari al Palco Mestre

«Ma quale rottamazione! È risibile questa corsa a innovare dei candidati alle primarie. Gli manca l'Abc della politica, devono valorizzare quello che è stato fatto fino ad oggi dal centrosinistra, se no è masochismo puro. Cosa vogliono rottamare, il parco di San Giuliano? Punta della Dogana? Il Vega, il centro di Mestre o il sistema di Welfare del nostro Comune? Da vent'anni questa città è bene amministrata. E quel che serve adesso è continuità nell'amministrazione, attrarre investimenti e creare sviluppo. La persona più adatta per questo è Nicola Pellicani».

L’ex sindaco Massimo Cacciari lancia in piazzetta Battisti, davanti al teatro Toniolo, il suo endorsement per il giornalista mestrino. Da giorni Cacciari telefona, convoca gente a lui vicina, distribuisce anche qualche volantino. «Lo appoggio perché interpreta un’idea della politica come sviluppo», dice, «soldi da Roma non ne arriveranno più, se lo mettano in testa, dobbiamo trovarli in loco. E per questo dobbiamo incoraggiare i progetti, dialogare anche con chi ci è antipatico e con i cosiddetti poteri forti. Le grandi scelte vanno fatte insieme ai privati. Il Quadrante di Tessera è fermo da anni, va sbloccato, poteva essere una grande opportunità per l’Expo».

Molti gli “ex” che hanno accompagnato il filosofo nella sua lunga avventura di governo. E anche molti dirigenti di aziende comunali. Andrea Razzini (Veritas), Angelo Begelle (Vega), Giovanni Caprioglio (Parchi). Ci sono anche Annamaria Miraglia e Vittorio Salvagno, l’ex capo dei vigili del fuoco Alfio Pini che se Pellicani vincerà farà l’assessore. Maurizio Calligaro e Gianfranco Bettin («Siamo qui per salutare Cacciari ma appoggiamo Casson, sia chiaro», ribadiscono.

Cacciari attacca Sebastiano Bonzio, che lo aveva punzecchiato sulle sue doti di Cassandra («A Milano aveva detto che Pisapia non avrebbe mai vinto...»). «Bonzio? «Era il delegato al lavoro della giunta Orsoni. E attacca Casson: «Rappresenta il nuovo? Rappresenta ciò che dice? Non credo». E poi com’è che quelli che lo appoggiavano dieci anni fa adesso son diventati tutti burocrati dell’apparato?» Non ci sono distinzioni tra giovani e vecchi. Solo persone che hanno deciso di appoggiare l’uno o l’altro.

Rivendica di aver scelto gli ultimi due sindaci che lo hanno seguito alla guida del Comune, Paolo Costa e Giorgio Orsoni, con cui peraltro non è mai andato molto d’accordo. «In quei momenti era giusto così, nessuna autocritica». E insiste: «Pellicani ha studiato, è preparato», dice, riferito ai documenti della Fondazione Pellicani che lui presiede.

«E basta con questa storia del nuovo: non ci sono persone nuove, la smettano di dire che adesso arrivano gli onesti, nessuno del Comune a parte il caso grave di Orsoni è stato coinvolto in inchieste. Sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto in questi anni. Adesso il problema è il bilancio. E l’unico rimpianto è forse di non aver venduto il Casinò nel 2005. Dovevo barricarmi in municipio e farlo, senza ascoltare i sindacati».

Cacciari sta con Pellicani. Non crede che Zaccariotto sia un avversario temibile («Non la conosco»). Dice che il centro potrebbe ricompattarsi se le primarie le vincesse un altro. «È il segreto di Pulcinella, potrebbero portarci via un po’ di voti se hanno voglia di farlo. Brugnaro? Se fossi in lui ci penserei bene: ha anche lui i suoi conflitti di interesse».

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