Campi agrifotovoltaici a Ca’ Solaro, il comitato pronto al ricorso al Tar
La mobilitazione civica contro l’impianto che dovrebbe estendersi su circa 14 ettari. I promotori della protesta: «Siamo contrari a veder trasformata la campagna in un enorme parco con pannelli». Venerdì 14 la protesta a Venezia

«I pannelli fotovoltaici vengano posizionati su aree realmente idonee. La pubblica utilità è salvare il territorio che produce cibo». Il comitato cittadini di Ca’ Solaro si è unito a quello di via D’Azeglio a Marocco di Mogliano e ai gruppi del Polesine contro i campi agrifotovoltaici che spuntano come funghi. E torna a protestare.
Il progetto previsto a Ca’ Solaro dalla Lightsource Renewable Energy Italy ha ottenuto il primo round, ovvero il non dover essere assoggettato alla procedura di valutazione di impatto ambientale. Ma i cittadini non hanno alcuna intenzione di mollare. Meditano un ricorso al Tar, appena ci sarà una autorizzazione definitiva. Intanto annunciano per il 14 marzo, tra una settimana, una calata dei comitati a Venezia per protestare sotto la sede della Regione Veneto. Partenza alle 9.30 dalla stazione ferroviaria di Santa Lucia. Vogliono ottenere un incontro con il presidente della Regione Luca Zaia e l’assessore regionale Roberto Marcato.
Luca Pollazzon del comitato di Ca’ Solaro non si dà pace. «Non hanno tenuto conto neanche del no del Comune e del vincolo della Soprintendenza posto sul “Cubo”, la stazione di servizio della tangenziale che dista meno di 300 metri dall’area. Noi siamo contrari a veder trasformata la campagna in un enorme parco agrifotovoltaico. E questo avviene sulla base di una pubblica utilità che noi contestiamo. Perché ci sono altri spazi dove fare questi progetti», ribadisce. Il comitato spera ora di ottenere l’aiuto diretto dell’amministrazione comunale veneziana visto che il sindaco Luigi Brugnaro si è detto, da sindaco del capoluogo e della città metropolitana, contrario all’ impianto.
Ma in questi mesi il progetto della Lightsource Renewable Energy Italy, in esame per lo screening Via, è stato ridotto: la potenza dell’impianto è passata da 14,48 MWp a 9,99 MWp; la superficie di suolo occupata è scesa da 18 a circa 14 ettari; il numero dei pannelli è sceso da 20.216 a 14.280. Le aree di impianto da tre sono diventate due.
Come mitigazione sono stati previsti filari di pero comune e giuggiolo e il mantenimento delle coltivazioni a terra sui terreni della Querini Stampalia che ha stretto l’accordo con i privati. «Il decreto della Regione dice solo che non si va in valutazione di impatto ambientale. Occorrerà attendere la discussione tra enti in Conferenza di servizi», spiega la consigliera comunale di Forza Italia, Deborah Onisto, che segue fin dall’inizio questa vicenda.
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