Ca’ Foscari pronta a cedere Ca’ Cappello alla Cassa depositi
Ca’ Foscari con il rettore Michele Bugliesi – è pronto a vendere Ca’ Cappello - uno dei tre palazzi che ospitano dipartimenti di Lingue che anche il suo predecessore Carlo Carraro voleva cedere, insieme a Ca’ Bembo e Palazzo Cosulich - alla Cassa Depositi e Prestiti, ma chiede almeno 6,2 milioni di euro rispetto ai 4 milioni proposti dalla società che fa capo al Ministero dell’Economia.
Questa è infatti la perizia di stima sul valore dell’edificio che l’Agenzia delle Entrate ha trasmesso all’università e su cui Bugliesi ha ottenuto mandato a trattare dal Consiglio di amministrazione dell’ateneo in una recente riunione.
Con l'operazione «Proposta immobili 2015» lanciata dall'Agenzia del Demanio con il Ministero dell'Economia e delle Finanze e il coordinamento della Presidenza del Consiglio, Comuni, Regioni e Province sono stati invitati a proporre immobili di loro proprietà pronti per essere venduti o valorizzati a fini turistici e affidati appunto all'Agenzia del Demanio che tramite la Cassa Depositi e Prestiti cercherà di «piazzarli» sul mercato.
Ca' Cappello a Dorsoduro, dove sono ora il Centro interdisciplinare di Studi Balcanici e internazionali e il Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea, è uno dei tre edifici- con Ca' Bembo e Palazzo Cosulich - sedi di Lingue che Ca' Foscari aveva già cercato di permutare con Ca' Sagredo, edificio degli anni Cinquanta di proprietà della società altoatesina Pensplan Invest con cui il rettore uscente cafoscarino aveva intavolato una trattativa poi interrotta per le polemiche suscitate in ateneo e per il pronunciamento contrario del Tar che aveva accolto il ricorso presentato da Italia Nostra.
L’intenzione di Bugliesi - esposta anche in Consiglio - è appunto di cedere Ca’ Cappello e di rinunciare anche all’affitto di Ca’ Vendramin - entrambi occupati da Lingue - per spostare i Dipartimenti nella nuova sede delle Terese, che Ca’ Foscari sta per ottenere dallo Iuav in cambio della rinuncia a San Sebastiano.
Il Consiglio di amministrazione di Ca’ Foscari ha già dato mandato a Bugliesi di definire un protocollo d’intesa con lo Iuav che oltre a prevedere lo scambio San Sebastiano-Terese, consente all’ateneo di ottenere in affitto gli spazi di Architettura nell’area degli ex Magazzini Frigoriferi dove saranno realizzate le nuove aule di cui l’università ha bisogno per i suoi studenti.
Ma l’ateneo guidato dal professor Bugliesi deve far fronte anche ai problemi di bilancio, tenuti sotto controllo solo grazie alle riserve che l’ateneo ha accumulato negli anni precedenti, esattamente come lo Iuav.
Nel Consiglio di amministrazione di fine dicembre che ha esaminato i conti del prossimo triennio 2016-2018 è emerso infatti che l’ateneo registrerebbe una perdita di oltre 4 milioni di euro nel 2016, di oltre 5 milioni nel 2017 e di circa 3 milioni e mezzo di euro nel 2018. In tutto, oltre 12 milioni e mezzo di euro di perdite nel triennio, coperte grazie alle riserve che così a fine 2018 scenderanno a poco più di 50 milioni di euro. Una “dote” ancora importante ma - come è stato rilevato anche in Consiglio - in prospettiva deve esserci il raggiungimento del pareggio tra costi e ricavi dell’ateneo, anche se il consistente sforzo di investimenti edilizi compiuto da Ca’ Foscari negli ultimi anni non può non aver avuto un peso sul suo bilancio, per gli ammortamenti delle somme impegnate (oltre 6 milioni di euro all’anno per i prossimi tre anni considerati).
Ca’ Foscari - a differenza di Iuav, che ha ormai chiuso ogni rapporto - ha deciso di mantenere ancora i suoi corsi universitari a Treviso, mantenendo il rapporto con la Fondazione Cassamarca.
Ma non fidandosi della possibilità di riavere interamente indietro le somme impegnate, ha deciso di svalutare prudenzialmente il 50 per cento dei crediti che vanta nei confronti dell’istituzione trevigiana. Una rinuncia anticipata a soldi che pure gli spetterebbero, per non trovarsi poi in difficoltà, avendoli previsti in bilancio.
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