Ca’ Foscari, plateale protesta dei dipendenti

Duecento dipendenti dell’Università con tanto di mascherina antismog contro il rettore, le partite immobiliari, il Senato accademico

VENEZIA. Stamattina al primo piano della sede centrale dell’Ateneo circa duecento dipendenti di Ca’ Foscari si sono presentati davanti all’aula dove si sarebbe svolto il Senato Accademico per ribadire l’esigenza di un’università più democratica.

Di recente, una dipendente, membro del Senato, era stata al centro di un episodio che ha scatenato l’ira dei colleghi. La donna aveva sottolineato come i dati sui palazzi oggetto di vendita non fossero completi. Fuori dal Senato, la dipendente era stata chiamata dal direttore generale Alberto Scuttari, subendo delle «intimidazioni», smentite dall’Università.

Per questo oggi, in seguito a una lettera a suo sostegno firmata da tutte le rappresentanze sindacali, nell’ordine del giorno c’era una mozione in difesa del ruolo libero del senatore e della sua dignità pari a tutti i membri. Dopo alcune discussioni sui termini, tutti hanno votato a favore, Carraro incluso.

Il clima era comunque teso: «Il rettore ha detto che si è trattato di un’incomprensione – ha riferito la rappresentante degli studenti dell’Udu in Senato, Ilaria Gervasoni – e che non c’erano state pressioni, ma l’episodio non è stato vissuto così ed è una ferita insanabile che ha rotto il rapporto fiduciario tra dirigenza e personale».

Alle 9 i lavoratori si sono fatti sentire facendo molto rumore, chi battendo le mani, chi urlando al rettore di dimettersi. Molti indossavano una mascherina antismog come segno di privazione della parola.

Quando il Senato ha avuto inizio i dipendenti sono scesi nel cortile dell’Università per fare il punto con i rappresentanti dell’RSU Antonio Nalesso, Paola Sponchiado e Alessandro Busetto. Il personale ha discusso del prossimo rettore, proponendo anche una votazione compatta da parte dei dipendenti tenendo presente che la futura guida dell’Università rispetti otto punti e se ne faccia carico: trasparenza sui flussi di informazioni, sobrietà nella comunicazione, riformare il cda per avere rappresentanza eletta e non calata dall’alto, maggiore autonomia ai Dipartimenti, rispettare il personale in un clima di dialogo, favorire la meritocrazia, garantire controllo e trasparenza nel rapporto tra Fondazione Ca’ Foscari e Università, confrontarsi sugli spostamenti di sedi come via Torino.

A fine assemblea il personale ha parlato della presenza della diossina nel cortile di Ca’ Bembo, dichiarando inammissibile che un ente pubblico si avvalga di un laboratorio privato per fare le analisi e non renda trasparenti le pratiche svolte, soprattutto quando riguardano la salute. Di questo e dei palazzi in vendita si parlerà domani venerdì 28 febbraio nell’assemblea pubblica organizzata dal «Collettivo per la Difesa dei Beni Artistici di Ca’ Foscari», in programma alle 17.30 a San Leonardo con Felice Casson, Giulia Narduolo, Marta Locatelli, Jacopo Molina, Lidia Fersuoch e Guglielmo Cinque.

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