Ca’ Foscari è l’università pilota per i test ministeriali Invalsi

Impegnate oggi mille matricole di Economia, bonus a chi supererà le prove di italiano e matematica L’Unione degli universitari contesta l’iniziativa: non si può misurare così l’effettiva preparazione

VENEZIA. Prova «Invalsi» pilota per le matricole dell'Università Ca’ Foscari di Venezia verso un test unico per l'ammissione all'università. La prova si terrà oggi per circa mille studenti dei corsi di Economia immatricolati nell'anno accademico 2013-2014. Gli studenti sosterranno il test, a scopo sperimentale, per il quale «Invalsi», l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione, ha scelto l'ateneo veneziano. Italiano e matematica le materie oggetto del test, e per chi raggiunge un certo punteggio in “palio” - per invogliare gli studenti a partecipare, visto che il test è facoltativo - ci sono uno o due punti che verranno aggiunti al voto dell'esame di Matematica, previsto dal proprio piano di studi. Un punto a quanti risponderanno in maniera esatta al 30 per cento dei quesiti di matematica e al 30 per cento dei quesiti di italiano; due punti a quanti risponderanno in maniera esatta al 60 per cento di entrambe le parti. «A parte tutte le discussioni sull'utilità o meno dei test d'ingresso e sulla loro efficacia», rileva Carlo Carraro, rettore di Ca’ Foscari, «andare verso una prova unica e uniforme per tutto il sistema universitario mi pare senza dubbio un obiettivo da perseguire. Per questo Ca’ Foscari ha dato subito la sua disponibilità a questa prima tornata pilota di verifiche». Per chi non raggiunge la soglia richiesta nessuna penalizzazione, assicura l’ateneo: trattandosi di una sperimentazione, il test non ha né valore né ripercussioni sulla carriera universitaria dello studente. La prova ha lo scopo infatti di verificare la coerenza della valutazione fornita dal test Invalsi con la valutazione dei test di ingresso utilizzati dagli atenei per l’accesso al I livello dei corsi di laurea.

A contestare però l’iniziativa-pilota è l’Unione degli Universitari di Venezia (Udu). «Partendo dal presupposto che il test dovrebbe servire unicamente come metodo di valutazione statistica sulle competenze pregresse degli studenti che iniziano il percorso universitario - si legge in un loro comunicato - come Unione degli Universitari di Venezia troviamo profondamente sbagliato il fine con cui Ca’ Foscari sta applicando l’utilizzo di questi test: viene infatti presentato come “un possibile sostituto al test d’ingresso per gli anni futuri”. Come sempre come Udu ci dichiariamo apertamente contrari a qualunque forma di selezione all’atto di accesso all’alta formazione (come provato dagli innumerevoli ricorsi che anche in questi giorni stiamo presentando in tutt’Italia contro le irregolarità dei test). Non è possibile misurare con un test (che sia per l’accesso ad un numero chiuso, ad un numero programmato o un test Invalsi) l’effettiva preparazione di uno studente o il suo essere “adatto” a proseguire gli studi nel campo da lui o da lei desiderato. Troviamo imbarazzante l’invito esplicito ai docenti ad essere “il più convincenti possibile con gli studenti ai fini di fargli svolgere il test”, rendendoli complici di un sistema malato. Pur di obbligare gli studenti a svolgere la prova vengono offerti dei punti aggiuntivi in quello che è considerato uno degli esami più impegnativi del primo anno di corso per l’area economica. Certamente un’offerta allettante, ma che va a inficiare la dichiarazione secondo la quale il test non dovrebbe avere ripercussioni sulla carriera universitaria».(e.t.)

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