Ca’ Farsetti, consulenze fuori controllo

Pesante dossier pubblicato dai due consiglieri del Gruppo Misto Ottavio Serena e Renzo Scarpa sulle aziende comunali

Consulenze fuori controllo. Gli incarichi affidati nel 2016 a professionisti dalle aziende comunali sono aumentati in un anno in media del 33 per cento. In alcuni casi (Veritas) più che raddoppiati, in altri aumentati considerevolmente. Quasi il doppio per Cmv, la società del Casinò, 63 per cento per Vela, società del gruppo Avm. E la “trasparenza” annunciata – e prevista dalla normativa anticorruzione – non è sufficiente.

È la nuova puntata della battaglia portata avanti dai due consiglieri comunali del Gruppo Misto, fuoriusciti dalla Lista civica del sindaco, Ottavio Serena e Renzo Scarpa. «È nostro dovere controllare, lo avremmo fatto anche se fossimo rimasti in maggioranza», dice Scarpa. Un dossier di un centinaio di pagine, dati e tabelle ricavati dai siti delle aziende e dal bilancio comunale. E alla fine una lunga lista di domande e accuse, trasformate in interpellanza. «Dati incompleti», attacca Serena, ex generale dei carabinieri in pensione, «non si può risalire alle cifre esatte di spesa, al contrario di quanto ci ha detto l’assessore Zuin in commissione».

Dunque, i consiglieri chiedono di sapere il perché dell’aumento dei costi di Veritas, Cmv e Vela nell’anno 2016. Ma anche di riesaminare i dati forniti in commissione. «Hanno sbagliato perfino la somma», dice Serena. Dati alla mano, le consulenze affidate dalle aziende comunali nel corso del 2016 risultano in qualche caso molto superiori a quelle dell’anno precedente. Balza all’occhio la cifra investita da Veritas, la multiutility di igiene pubblica e acquedotto che rispetto al 2015 ha più che raddoppiato i fondi stanziati per le consulenze. Un milione 160 mila 360 euro, il 120 per cento in più rispetto all’anno precedente. Passa da 113 mila a 221 mila euro Cmv, la società del Casinò (più 95 per cento), da 155 a 255 mila euro Vela (più 63,8 per cento), da 179 mila a 237 mila Actv (più 32 per cento). Calano invece la holding Avm (da 239 a 118 mila), Venis, Ive e Ames.

Dopo aver passato al setaccio nomi e cifre, i due consiglieri adesso chiedono chiarimenti sul fronte della trasparenza dei dati. «L’impegno di spesa deve prevedere cifre certe e non variabili», continua Serena, «e spesso non è così. Si trova scritto nelle tabelle cifre “secondo tabelle dell’Ordine” per quanto riguarda gli avvocati, oppure definizioni generiche. Chi controlla come vengono spesi questi soldi?».

Nel mirino di Scarpa e Serena soprattutto le cifre sostenute per consulenze legali, affidate ad avvocati e studi esterni. «Quando si spende mezzo milione di euro in un anno per gli avvocati», dicono, «si potrebbero assumere con quei soldi nuovi legali nell’Avvocatura civica». Critiche anche per incarichi affidati a dirigenti e ingegneri dipendenti del Comune a cui vengono affidati nuovi incarichi particolari. Un costume per la verità diffuso anche nelle amministrazioni precedenti. Che adesso però viene contestato. È il caso ad esempio dei 18 mila euro l’anno versati da Avm all’ingegnere capo del Comune Simone Agrosti, nominato Rup (responsabile unico del procedimento) per la costruzione della Vallenari bis. O del commercialista mestrino Adriano Giugie, vicino al sindaco Brugnaro. «Ma non ne facciamo una questione di nomi», concludono Scarpa e Serena, «vogliamo chiarezza e trasparenza su questo fronte. E i dati pubblicati sui siti delle aziende e riportati nel bilancio comunale non ci consentono un controllo efficace. Il sistema delle consulenze va monitorato attentamente e in modo trasparente. Altrimenti, può diventare il brodo della corruzione».

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