Ca’ della Nave di Martellago sull’orlo del fallimento. Ma all’orizzonte ci sono già nuovi compratori

Oggi l’udienza in Tribunale per il crac, la sentenza attesa a giorni. Il sindaco fiducioso: “Vicenda chiusa entro l’anno”

Alessandro Ragazzo

MARTELLAGO. Ca’ della Nave a Martellago vicina al fallimento ma non tutti i mali vengono per nuocere: il sindaco Andrea Saccarola si dice convinto che la nuova partita possa essere chiusa entro la fine dell’anno. Con un altro compratore, s’intende. Lo storico complesso sulla Castellana, con annesso conosciuto campo da golf, non se la passa benissimo (e non è la prima volta). Il Tribunale di Venezia potrebbe decretare a breve l’insolvenza della Kcm Finance, una società d’investimenti immobiliari con sede a Lugano, in Svizzera. Dietro c’è l’imprenditore romeno Aurelian Fieraru che a fine aprile dello scorso anno si era aggiudicato l’asta per 15 milioni e 261 mila euro. Il gruppo elvetico si era portato a casa altre proprietà a Mirano e nel Veronese, facenti capo alla famiglia De Vecchi, ma poi aveva lasciato perdere. Così su Kcm c’è pure un’istanza di fallimento presentata dalla società Carlo Alberto srl riguardante l’intero complesso delle aziende dei De Vecchi perché il denaro non arriva.

Oggi si è tenuta l’udienza e a breve dovrebbe essere noto il pronunciamento. Su Ca’ della Nave, i commissari liquidatori avevano affidato la gestione del bene a Fieraru con un contratto d’affitto più volte prorogato. E tutto pareva andare per il verso giusto, anche perché l’imprenditore si dimostrava molto interessato al rilancio di Ca’ della Nave, tanto da farlo diventare un gioiellino pure a livello ricettivo. Dalle intenzioni non si è passati ai fatti, anche perché la chiusura dell’affare non è mai arrivata, nonostante fosse stato messo sul piatto un milione di euro di cauzione. Invece, a dodici mesi di distanza, non sono mai arrivati i soldi di Kcm per avere l’intero pacchetto e sono cadute pure nel vuoto le richieste partite dai liquidatori. «Avevamo chiesto garanzie economiche più volte», fa sapere Umberto Lago, uno dei liquidatori, «Ma sono arrivati dei fondi non accertabili, né su banche o notai italiani così come avevamo chiesto. C’è il serio rischio che si vada verso il fallimento. Anzi, crediamo che la strada sia questa».

Saccarola si dimostra tranquillo, anche se da questa storia il Comune avanza quasi un milione di euro di tasse, e guarda al rovescio della medaglia positivo. «Mi spiace solo che la questione sia ancora in piedi», spiega, «Ma so che ci sono altri compratori all’orizzonte pronti a intervenire non appena ci sarà un altro ribasso d’asta. Si allungano i tempi, questo sì, ma per fine 2022 conto che la vicenda sarà chiusa».

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