Ca’ Bembo a Venezia, ecco il giardino ritrovato

Lo spazio rimesso a nuovo con una spesa di 650 mila euro. Aperto ogni giorno anche per i bambini della Renier Michiel

VENEZIA. Il giardino di Ca’ Bembo è stato riaperto dopo una chiusura durata cinque anni per il ritrovamento di diossina nel terreno. I primi a beneficiarne saranno i bambini dell’adiacente scuola elementare Renier Michiel che potranno finalmente fare ricreazione all’aperto in mezzo al verde. Anche per i cittadini si tratta di una grande conquista: la bonifica ha restituito al pubblico tremila metri quadrati di spazio, con tanto di alberi rari come il Celtis australis, il Taxus baccata, il Laurus nobili e il Wisteria sinesis, un glicine che si arrampica proprio sulla facciata del palazzo. Un polmone verde e arioso, punteggiato di erbe aromatiche e panchine, con alcuni divieti da rispettare data la presenza dei bambini: non si possono portare cani e non si può bivaccare, ma soprattutto (anche se è una regola che vale sempre), non si può lasciare sporco. «Come promesso il giardino è stato riaperto» spiega il rettore Michele Bugliesi all’inaugurazione, a cui ha partecipato per il Comune la consigliera Debora Onisto.

«Con la conclusione dei lavori, vogliamo non solo valorizzare uno spazio verde di pregio, ma anche promuoverne la funzione sociale e aggregativa. Ora possiamo dire che il giardino è proprio “liberato”». Quel “liberato” si riferisce alla tormentata storia di questi anni che inizia alla fine del rettorato del precedente rettore Carlo Carraro, nel 2014, quando Ca’ Bembo era tra i tre palazzi che l’università voleva vendere. All’epoca, per bloccare l’eventuale operazione, il collettivo Lisc (Liberi, saperi critici) aveva occupato la casa del guardiano, parte dell’edificio universitario, affacciata sul giardino.

Tuttavia, proprio nel 2014, era emersa la presenza di diossina di un livello appena sopra a quello tollerabile. La notizia era stata presa dal collettivo e da molti genitori della Renier Michiel come una scusa per liberare l’edificio e proseguire con l’eventuale vendita, nonostante il nuovo rettore Bugliesi avesse negato l’ipotesi. L’università ha speso 650 mila euro: 500 mila per rimuovere 40 centimetri di terra e 150 mila per interventi accessori. L’università ha inoltre investito sul palazzo un milione e mezzo per migliorare il sistema antincendio, quello sismico e dotare l’edificio di condizionatori. Il giardino, sorvegliato da telecamere, sarà aperto da lunedì a venerdì: da marzo a ottobre dalle 8 alle 12.15 e dalle 15 alle 19.30 e da novembre a febbraio dalle 8 alle 12.15 e dalle 15 alle 17.30. La pausa dalle 12 alle 15 è per la ricreazione dei bambini che potranno giocare finalmente nel verde. —.

Vera Mantengoli

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