Buttafuori violenti, chiesto il processo

Due giovani avrebbero picchiato un ragazzo all'esterno di un locale
 
VENEZIA.
Per l'ennesima volta sono finiti sotto inchiesta addetti alla sicurezza di un locale pubblico, che hanno esagerato, interpretando in modo troppo violento il loro ruolo. Succede sempre più spesso, infatti, che i body-guard bastonino e picchino, non si limitani a far uscire ed allontare i clienti molesti o quelli ubriachi, ma ci vadano pesanti.  Non è un caso, dunque, che il pubblico ministero Carlotta Franceschetti abbia chiesto il rinvio a giudizio per lesioni dolose gravi nei confronti del trevigiano Matteo Granziol (25 anni) e di Leopoldo Favaretto (39 anni, di Mira), entrambi in servizio alla «Capannina Beach» di Jesolo. Avrebbero duramente picchiato, il 17 agosto dello scorso anno, un giovane cliente della nota discoteca del centro balneare, che non aveva riportato soltanto quale escoriazione e così aveva denunciato il fatto.  I due, stando al capo d'imputazione contestato, avevano fatto uscire dal locale il giovane, quindi lo avevano accompagnato al parcheggio, dove c'era la sua auto, ma prima di lasciarlo salire e andarsene uno dei due addetti alla sicurezza gli aveva mollato un vero e proprio sganascione sul viso. Un colpo che aveva provocato la perforazione del timpano che il cliente aveva dovuto farsi curare nel più vicino ospedale.  I medici che lo avevano poi curato (prima quelli del Pronto soccorso quindi di Otorinolaringoiatria) gli avevano diagnosticato una malattia guaribile in più di 40 giorni. Una lesioni davvero grave e proprio per questo la vicenda è finita davanti al magistrato di Venezia.  Il giudice dell'udienza preliminare Giuliana Galasso, al quale il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio, ha rinviato la decisione all'udienza del 14 aprile 2011: uno dei due indagati, infatti, sembra intenzionato a risarcire la parte offesa, mentre l'altro potrebbe riuscire a carsela, visto che uno soltanto dei due ha colpito e ferito il giovane. In aprile, non è escluso che i due ricorrano a un patteggiamento uno e al rito abbreviato il secondo. In questo modo evitando il processo in aula.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia