Busta con un proiettile anche a Bettin
VENEZIA. Una busta con un proiettile e un foglio dove viene invitato a farsi gli affari propri è stata inviata all’assessore Gianfranco Bettin. Minaccia che arriva tre giorni dopo quella, dello stesso tenore, indirizzata al vice sindaco Sandro Simionato. La busta è stata intercettata nel centro di smistamento delle Poste a Tessera. Anche in questo caso, come lunedì con la lettera inviata al vicesindaco, quando l’operatore ha visto l’involucro sospetto ha chiamato la polizia postale, che ha fatto intervenire gli artificieri per aprirlo. Tutto secondo prassi. Dell’accaduto ora se ne stanno occupando gli agenti della Digos. La busta è stata intercettata giovedì pomeriggio.
L’indirizzo riportava il nome e cognome dell’assessore alle politiche giovanili e all’ambiente Gianfranco Bettin. Nel recapito era indicato il Comune di Venezia. La busta, simile a quella inviata a Simionato, conteneva una cartuccia di calibro diverso da quello trovato nella missiva spedita al vice sindaco e il foglio di minacce riportava una frase più articolata di quella spedita al collega di giunta. In sintesi c’era scritto: ti teniamo d’occhio; ti stiamo addosso; fatti gli affari tuoi. A Simionato sul foglio trovato nella busta, avevano scritto: “Okkio al teskio”. Sulla lettera indirizzata al vicesindaco e sulla pallottola gli investigatori non hanno trovato impronte e nemmeno tracce biologiche.
Le indagini ora sono iniziate da una parte con la ricerca di eventuali tracce lasciate sulla busta da chi ha confezionato il tutto, dall’altra all’analisi della “vittima”, cioè individuare chi può avere interessa a minacciare l’assessore. Naturalmente qui la vicenda si complica. E non poco. Infatti, negli ultimi mesi con maggiore insistenza, Bettin solleva questioni con evidenti risvolti di allarme sociale e di sicurezza. Da ultima, in termini di tempo, la situazione delle case pubbliche occupate da pregiudicati e da altre persone che non hanno titolo per rimanerci dentro. In particolare occupazioni che sono avvenute a Marghera. Bettin da qualche settimana ha reso pubblico l’elenco, preparato dal delegato alla casa della Municipalità di Marghera, delle abitazioni occupate indicandone con precisione i civici.
Questa minaccia è l’ultima di una serie, almeno tra quelle rese pubbliche, iniziata lo scorso anno. A giugno 2013 l'episodio più inquietante: una persona, nel cuore della notte, suona al campanello di casa dell'assessore e gli dice, al citofono, di sapere con chi e dove aveva trascorso la serata.
Un mese prima, a maggio, le minacce avevano coinvolto anche l'anziana madre.
Dopo quegli episodi era partita una campagna di solidarietà con centinaia di firme a sostegno dell'assessore. I manifesti di "Chi spaccia è un infame", la campagna lanciata da Bettin contro gli spacciatori e, in particolare, contro l'utilizzo di giovanissimi come pusher, erano finiti nel mirino nell'ottobre dello scorso anno di altre minacce: in quel caso l'assessore aveva denunciato la comparsa di stelle a cinque punte sui manifesti.
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