Busetto dopo la scarcerazione: «Sono felice, tanti ora mi cercano»

VENEZIA. Finalmente a casa. Sono passati alcuni giorni da quando Monica Busetto è stata scarcerata e ancora non riesce a realizzare quanto è successo. «Sono felice» ha detto «continuo a ricevere telefonate e richieste di visite da tutte le persone con le quali negli anni ho instaurato dei rapporti. Chi mi conosceva mi ha sempre creduto, ma sentire la voce delle persone vicina e la loro presenza mi dà ancora tanta forza».
Dopo aver trascorso i primi giorni con i familiari, adesso iniziano ad arrivare le prime visite. La vita sta davvero ricominciando. Nonostante sia libera e possa guardare fuori dalle finestre, questa volta senza sbarre, la donna non ha dimenticato le sue compagne di cella. In una delle prime passeggiate quotidiane, è infatti capitata davanti al negozio «Banco N. 10», quello a S. Antonin che vende i vestiti fatti dalle donne della sartoria del carcere della Giudecca. Anche se in quel momento era chiuso, il suo pensiero è volato a chi è ancora dentro e che domani festeggerà la Festa della donna tra le mura dell'istituto penitenziario.
In questi due anni Monica è riuscita a costruire dei rapporti di amicizia che sono ancora vivi e presenti nel suo cuore. La donna, 54 anni, in questi giorni ha vissuto come se si fosse svegliata da un incubo, facendo le cose di sempre, ma con una consapevolezza diversa. Finalmente, dopo oltre due anni, è riuscita a riposare nel suo letto, e senza ricorrere a medicinali.
Mai come ora la sua casa ha assunto la forma di un dolce rifugio dove riprendere piano piano a vivere. Oltre all'affetto che amici e parenti le stanno dimostrando, in famiglia ha appreso ieri che è anche in arrivo un nipotino. Una notizia che l'ha riempita di felicità e che è stata vista anche come un segno di vera rinascita per tutti. Una rinascita che passa anche dal vedere i cambiamenti della sua città, negozi diversi, alcuni aperti e altri chiusi.
In casa invece il telefono, quel telefono che per due anni è stato spento e custodito tra i suoi effetti personali, continua a squillare. I familiari, il padre Benito e la compagna del padre Mariella, non riescono ancora a crederci. Benito, dice chi lo conosce, ha cambiato espressione. In questi due anni lo si vedeva da solo camminare ogni giorno per Sant'Elena, con uno sguardo assente e pensieroso. Ora la sua faccia è cambiata, saranno gli occhi che brillano o il segno della bocca che non è più all'ingiù, fatto sta che Benito è finalmente sereno. Molto lo si deve a Mariella, la compagna del padre che parla di Monica come di sua figlia e che l'ha sempre sostenuta. I due hanno aspettato Monica, giorno dopo giorno, confidando che la verità sarebbe venuta a galla, ma senza ancora sapere quando.
Piano piano Monica si sta riprendendo la sua vita. Sa che prima di tornare a lavorare dovrà aspettare la fine del processo, ma i legali l'avevano avvertita che forse sarebbe slittato, come poi è stato, fissandolo a giugno. Ma ora che tutti sanno che è innocente il tempo ha un altro peso.
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