Busato in lacrime «Nessuna mazzetta ho aiutato un amico»

Corruzione a Veritas. L’imprenditore spiega i regali a Ghezzo e scagiona il fratello. Chiesta la revoca dei domiciliari
Di Rubina Bon
Foto Agenzia Candussi/ Mion/ Mestre, via Porto di Cavergnago/ Sede Veritas
Foto Agenzia Candussi/ Mion/ Mestre, via Porto di Cavergnago/ Sede Veritas

Davanti alla giudice per le indagini preliminari per l’interrogatorio di garanzia, Enzo Busato ha pianto. Il contitolare della ditta “F.lli Busato Autotrasporti” di Preganziol, agli arresti domiciliari da martedì scorso con l’accusa di corruzione nei confronti dell’ex direttore commerciale di Veritas Claudio Ghezzo, avrebbe ammesso le dazioni (di soldi o sottoforma di altri benefit dovrà essere chiarito) all’allora dirigente della multiutility, ma non per accaparrarsi i servizi di svuotamento dei contenitori della raccolta differenziata per vetro, plastica e lattine. Bensì in nome dell’amicizia che lo legava all’ex direttore commerciale di Veritas.

Il pubblico ministero Giorgio Gava, titolare dell’inchiesta, gli contesta di aver erogato 51.500 euro a Ghezzo nel periodo compreso tra il 2011 e il 2015 con cadenza mensile per vedersi assegnato il servizio. Alla giudice, Busato avrebbe aggiunto che lo stesso Ghezzo si sarebbe confidato con lui, lamentandosi dello stipendio. Un compenso basso per modo di dire, visto che nell’ordinanza firmata dalla gip sono stati riportati i redditi annuali lordi percepiti dall’ex direttore commerciale nel periodo tra il 2006 e il 2015: cifre sempre ben superiori ai 100mila euro, con il picco di 172.278 nel 2013.

E ancora Enzo Busato avrebbe chiarito che di queste “donazioni”, il fratello Giuseppe (contitolare dell’azienda di Preganziol, anch’egli indagato ma non destinatario di misura cautelare) non ne sapeva nulla. «Il mio assistito ha reso dichiarazioni e risposto alle domande della giudice su tutti i punti dell’ordinanza di custodia, dando spiegazioni esaustive rispetto a tutte le contestazioni che gli vengono mosse. Ha spiegato tutto con particolari e attraverso una produzione documentale», spiega l’avvocato Marco Vianello, legale di fiducia di Enzo Busato, che ha chiesto alla giudice la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari per l’imprenditore. La decisione è attesa nelle prossime ore, così come quella relativa alla stessa richiesta presentata venerdì, durante l’interrogatorio di garanzia, dall’avvocato Fabio Niero per conto di Claudio Ghezzo, da una settimana in carcere a Santa Maria Maggiore. La giudice infatti ha chiesto al pm un parere sulle istanze. La terza indagata, Sabrina Tonin, responsabile commerciale della “Plan-Eco” di Cittadella, ora in carcere, venerdì non aveva risposto alla giudice.

Secondo la Procura, per garantire gli affidamenti alla “F.lli Busato Autotrasporti”, in una delibera del cda di Veritas sarebbe stato indicato che l’azienda di Preganziol aveva in dotazione un gancio omologato e brevettato. Le indagini hanno però accertato che la ditta di Enzo Busato all’epoca dei fatti non aveva alcun brevetto per il gancio. La ditta, poi, non sarebbe stata legittimata ad assumere gli incarichi per carenza dei requisiti tecnici: era iscritta all’Albo dei gestori ambientali ma poteva operare solo nei piccoli Comuni.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia