Burqa da vietare a San Donà, il sindaco sconfessa il vice
SAN DONA' DI PIAVE. Burqa vietato a San Donà? Il Comune di spacca. «I tentativi di altre amministrazioni locali di vietare l'utilizzo del burqa sono stati rigettati dalla Cassazione e dal Consiglio di Stato che hanno sentenziato si tratti di un abito tradizionale e religioso e per questo permesso - dichiara il sindaco Andrea Cereser - Perciò sarebbe solo uno spreco di tempo e di denaro pubblico comminare multe che porterebbero solo a subire, e perdere, ricorsi». «Inoltre non è questa una priorità ai fini di garantire la sicurezza dei cittadini - conclude Cereser – Le risorse disponibili, anche in termini di personale della Polizia Municipale, vanno piuttosto utilizzate per migliorare la sicurezza stradale o ambientale, e più in generale per garantire i cittadini a fronte di una percezione di incremento della microcriminalità».
«Meno di due settimane fa oltre duemila persone hanno partecipato alla giornata contro la violenza sulle donne, dimostrando che la risposta dei cittadini di San Donà alla discriminazione è propositiva e non repressiva – aggiunge l'assessore alle pari opportunità Maria Grazia Murer – I progetti di inclusione dell'amministrazione sono basati sul dialogo e sulla conoscenza delle altre culture, e non certo sugli slogan o sulle multe».
La protesta di un pensionato di San Donà, il 69enne Luigi Cattai, era arrivata fino in Comune. Aveva incontrato in via Marconi un signore extracomunitario che accompagnava una persona, presumibilmente la moglie, la quale indossava un abito scuro che le copriva anche il volto, il tradizionale burqa di origine afgana che lascia solo una grata fitta davanti agli occhi per vedere, ma non essere viste.
Ne era nato un alterco tra i due uomini che per un pelo non erano arrivati alle mani. «Lui mi ha offeso e ha offeso anche noi italiani in un modo che non possono ripetere», ricorda Cattai che ieri è stato ricevuto dal vice sindaco Oliviero Leo, «quando io ho solo fatto notare che non era giusto indossare un simile abito in pieno centro, di sera, oltretutto facendo paura alla gente che non sa chi possa nascondersi sotto».
Cattai ha già fatto scuola e subito, dal quartiere di San Pio X Federico Boem, il guardiano volontario del parco pubblico, interviene per dire la sua. «Nel parco che io sorveglio ormai da anni non permetto a nessuno di entrare con il burqa o con il volto coperto da qualsiasi cosa. Lo faccio per i bambini che hanno paura. E quando è successo ho subito informato gli interessati che se fossero entrati avrei chiamato la polizia locale».
Il rischio è che adesso si alimentino ulteriori tensioni. Burqa, così come altri indumenti tradizionali come il velo, non sono comunque proibiti e già ci sono state sentenze del Consiglio di Stato favorevoli. Il vice sindaco ha preso in mano la questione, confrontandosi con il comandante della polizia locale, la dottoressa Danila Sella. «Come amministrazione comunale» ha detto Oliviero Leo, «abbiamo provveduto, sulla scorta di questa protesta di un cittadino, a sensibilizzare la polizia locale. Vieteremo, ai sensi della legge, il mascheramento delle persone che prevede una sanzione di 20 euro. Se ci sarà una reiterazione della infrazione, vedremo allora se sarà possibile sconfinare nell'illecito penale. In ogni caso, considereremo mascheramento indossare un abito che copre l'intero visto».
La giurisprudenza è, infatti, orientata a consentire di indossare quello che viene considerato un indumento tradizionale e anche un simbolo religioso.
Ma oggi è arrivato il "niet" del sindaco.
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