Buranelle scomparse: c’è un indagato
TREPORTI. Sono scomparse il 27 ottobre del 1991: 22 anni e 11 mesi fa. Ora il giudice per le indagini preliminari ha autorizzato un’analisi del Dna su alcuni oggetti trovati in questi ultimi mesi. Per questo, per poter cioè effettuare l’esame e la comparazione, la Procura ha iscritto nel registro degli indagati, come "atto dovuto" una persona che l’agenzia Ansa ieri indicava come il fidanzato di una di loro, Nicola Alessandro, sotto indagine quindi per duplice omicidio ed occultamento di cadavere.
Le due ragazze di Burano, Paola Costantini e la nipote Rosalia Molin (ex fidanzata di Alessandro), di 29 e 25 anni, sono scomparse dopo essere scese dal vaporetto a Treporti. Avevano detto di voler andare a vedere un film al cinema a Jesolo. Non sono più tornate a casa. Di loro non si è saputo più nulla nonostante le indagini e le ricerche affidate alla squadra mobil. Poi la svolta circa due anni fa quando, sulla scorta delle dichiarazioni di un poliziotto che aveva ricevuto una soffiata da un teste giudicato attendibile, il pregiudicato Umberto Manfredi fino a quel momento rimasto in silenzio, l'inchiesta è stata riaperta con il fascicolo sempre affidato al procuratore aggiunto Carlo Nordio.
Secondo il racconto del supertestimone i corpi delle due sarebbero stati sepolti nella zona di Cavallino Treporti nella sabbia della spiaggia, nei pressi di un bar. Ora, usando i georadar e affidandosi ad archeologhi forensi (tutti mezzi tecnici e figure che non esistevano nel 1991) è stata setacciato il terreno dell’ex camping militare di Ca’ Vio.
La zona è stata suddivisa in quadrati grandi circa un metro per lato, come fanno gli archeologi. poi si è analizzata ogni singola pozione di terreno. Nulla è trapelato dal lavoro dei tecnici, ma non sono stati trovati resti umani, solo alcuni oggetti che la Procura ha messo in relazione alla scomparsa delle due donne.
I tecnici del Laboratorio di analisi forense (Labanof) di Milano avevano infatti individuato in profondità questi oggetti che erano stati descritti dal testimone, che aveva parlato di un tentativo di violenza di gruppo andato a finire male. Proprio durante le ultime ricerche, Lino, fratello di Paola Costantini, aveva lanciato un nuovo appello affinchè si potessero recuperare i resti delle due giovani. «Non ci interessano i colpevoli dell'accaduto», aveva detto assistendo alle ricerche, «ma almeno poter recuperare i loro resti per dar loro una degna sepoltura».
L'ipotesi che prende sempre prende più peso - ma che non trova ancora conferme dagli investigatori - è quella che siano state uccise dopo una lite. Se il racconto del teste è vero si potrebbe ipotizzare la loro strenua resistenza al tentativo di violenza.
L'inchiesta, in questa nuova fase, è ancora affidata al procuratore aggiunto Carlo Nordio. E proprio alla magistratura spetterà stabilire come procedere con Nicola Alessandro. Dopo il test del Dna sugli oggetti riportati alla luce dopo oltre 20 anni, ammesso che diano qualche risultato, bisognerà decidere come muoversi nei confronti dell’indagato, al momento unico, su cui la Procura ha deciso di giocare le proprie carte.
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