Buoni pasto, gli aumenti restano «Non ci sono soldi per ridurli»

Confermate le tariffe stabilite a maggio dal commissario Zappalorto per far tornare i conti del bilancio L’assessore Zuin: «Siamo Impegnati a cercare le risorse». Il comitato: «C’era una promessa scritta»
Di Francesco Furlan
Interpress/Mazzega Vitucci Venezia, 29.06.2015.- Comune di Venezia, Luigi Brugnaro presnta Giunta Comunale.- Nella foto Michele Zuin
Interpress/Mazzega Vitucci Venezia, 29.06.2015.- Comune di Venezia, Luigi Brugnaro presnta Giunta Comunale.- Nella foto Michele Zuin

I genitori tornano all’attacco e ricordano l’impegno firmato dal sindaco Luigi Brugnaro di ripristinare il tetto massimo del 60% a carico delle famiglie. Ma sulle tariffe dei buoni delle mense scolastiche che riguardano 11 mila bambini non sembrano esserci margini per rivedere gli aumenti del commissario. «Al momento non ci sono i soldi per abbassare le tariffe», dice l’assessore al Bilancio, Michele Zuin, «c’è il nostro impegno a trovare le risorse». Lo sciopero del panino contro il caro-mensa che aveva animato le scuole della città a giugno potrebbe riprendere a settembre, in concomitanza con la prima campanella del nuovo anno scolastico quando, per far mangiare i bambini, i genitori dovranno pagare un buono ritoccato all’insù per scelta del commissario Vittorio Zappalorto, obbligato all’aumento dei buoni per far tornare i conti di un bilancio che faceva acqua da tutte le parti.

Nel 2013 la quota a carico delle famiglie era di 3,30 per le scuole materne e di 3,55 per le scuole elementari e medie. L’anno successivo la tariffa è salita rispettivamente a 3,60 e a 3,85 euro, fino a che con l’ultima decisione presa dal commissario - la delibera è del 31 maggio - la quota è salita a 4 euro per le materne e a 4,25 per le elementari e le medie. «Le richieste del comitato dei genitori», spiega Chiara Lazzarini, del Comitato tecnico permanente, «restano le stesse di sempre: ripristinare la soglia massima del 60% a carico degli utenti e annullare l'ultimo aumento approvato dal commissario e quindi tornare a 3,60 e 3,85 euro». Anche perché - ricordano i genitori - Brugnaro lo aveva promesso, durante la campagna elettorale, con un documento nel quale si impegnava come primo impegno politico, entro l’inizio dell’anno scolastico, a ripristinare il tetto del 60%. Nel consiglio comunale di giovedì, a tarda sera, Brugnaro ha spiegato di non ricordare di aver firmato il documento e ne ha chiesta copia.

Ma ha anche aggiunto che il «bilancio è disastrato» e che «quello che possiamo fare per abbassare le tariffe lo facciamo». Erano state, tra gli altri, le consigliere Francesca Faccini (lista Casson) e Monica Sambo (Pd) a presentare una mozione per chiedere un passo indietro rispetto all’aumento dei buoni voluto dal commissario. «È essenziale che la soglia sia nuovamente ristabilita per tutelare le famiglie in una situazione di generalizzata crisi economica», dice Sambo, «il sindaco ha fatto promesse che non può mantenere». È una questione di soldi, che non ci sono, come dettaglia l’assessore al Bilancio, Zuin. «Sono aumenti che il commissario è stato costretto a fare per tenere in ordine i conti», spiega, «e non è che con la nuova giunta siano spuntati soldi in più. Per coprire la riduzione servirebbe una spesa di alcune centinaia di migliaia di euro: siamo impegnati a trovarli, ma ora non ci sono».

Mercoledì i rappresentanti del comitato dei genitori avevano incontrato anche la segreteria dell’assessore alle Politiche educative, Paolo Romor, presentando le loro richieste in attesa di un faccia a faccia con lo stesso Romor. «L’incontro lo faremo», fa sapere l’assessore, «ma per poter accogliere entro fine luglio le istanze di tutti coloro che mi volevano incontrare ho attivato la mia segreteria, così da non fare uno sgarbo a nessuno».

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