«Bullismo nautico, nuova emergenza»
Giovedì incidente in Canal Salso dopo una serata al Befed: un cofano modificato si ribalta, paura per i sette ragazzi a bordo
Foto Agenzia Candussi/ Morsego/ Mestre, Centro Civico, via Terraglio 43/ Assemblea pubblica sul Controllo di Vicinato. Nella foto: Marco Agostini, Comandante dei Vigili Urbani di Venezia.
Interviene per soccorrere gli amici finiti in acqua con il barchino, i vigili lo controllano e lui, dopo aver fornito le generalità, scappa e si schianta con la barca contro una bricola. Portato in ospedale, lo trovano con un tasso alcolimetrico tre volte superiore al limite consentito per chi guida automezzi. È successo giovedì notte a San Giuliano. Il ragazzo era tornato sull’Osellino dove sette suoi amici a bordo di un “cofano” modificato erano finiti in acqua. Il comandante della polizia locale Marco Agostini lancia un appello: «Ci sono comportamenti di ragazzi che usano i barchini, molto pericolosi. Lo definisco bullismo nautico: motori e imbarcazioni modificate, velocità elevate, nessun rispetto del codice della navigazione e sempre più spesso i ragazzi esagerano con l’alcol quando si mettono al timone. I genitori devo no stare molto più attenti nel mettere a disposizione le imbarcazioni ai figli».
Tutto inizia quando un gruppo di amici si danno appuntamento al Befed di viale Ancona per festeggiare il compleanno di uno di loro che compie 18 anni. Un gruppo arriva con quattro barchini da Venezia, gli altri con le auto da Mestre e dintorni. Poco dopo mezzanotte la festa è finita. Qualcuno dei ragazzi ha esagerato con l’alcol e non solo con la birra. Quando si tratta di andare in barca, una parte di loro si rifiuta di salire su due delle imbarcazioni perché i ragazzi che le pilotano «sono troppo ubriachi». Due dei barchini partono a gran velocità. Due restano indietro. Su un “cofano” salgono in sette. L’imbarcazione è stata modificata: il proprietario, padre del ragazzo che lo usa, ha realizzato una cabina in legno per proteggere gli occupanti in caso di pioggia. Una sovrastruttura non certo originale che modifica quindi anche il bilanciamento della barca. Cinque entrano nella cabina, due restano fuori. Un altro barchino è a qualche metro di distanza. Il “cofano” con i sette ragazzi a bordo parte e dopo la seconda accelerata imbarca acqua. Del resto il peso ha fatto abbassare parecchio la barca. Nemmeno il tempo di capire cosa fare per evitare altra acqua e l’imbarcazione si rovescia. Il ragazzo che fa la manovra riesce a tirare fuori dalla cabina gli amici, mentre i due seduti all’esterno raggiungono la riva. Il secondo barchino recupera i ragazzi finiti in acqua. Mentre sul posto intervengono i soccorritori tra cui i vigili urbani, alcuni dei ragazzi vengono portati in ospedale ma dopo poco dimessi senza prognosi.
Nel frattempo i due ragazzi dei primi barchini vengono chiamati al cellulare dai loro amici e ritornano a Mestre. I vigili urbani attraverso le telecamere di videosorveglianza del centro storico vedono, poi, che i due ragazzi erano arrivati all’altezza del Ponte di Rialto. E questo solo venti minuti dopo essere partiti dal Befed. Hanno corso come folli. Quando ritornano dove gli amici hanno fatto naufragio, i vigili si accorgono che uno di loro non ha la targa sulla barca. Lui fornisce le generalità e poi scappa a tutta velocità. Gli agenti lo ritrovano tre ore dopo in ospedale: ha preso una forte botta e ha lo sterno inclinato. Gli viene fatto l’alcoltest: a oltre tre ore da quando ha finito di far festa ha ancora un tasso pari a 1.50 grammi di alcol per litro di sangue. Molto probabilmente non ha bevuto solo birra.
Dice Marco Agostini: «I reati ipotizzati, e che saranno sottoposti all’autorità giudiziaria, sono il naufragio colposo ed il pericolo per la navigazione; gli illeciti amministrativi sono l’imbarco eccessivo di passeggeri e la condotta di natante in stato di ebbrezza. Il gravoso impegno della polizia locale nelle scuole per insegnare la sicurezza della navigazione sarà ulteriormente intensificato nel 2018, proprio per prevenire tragedie nelle acque interne della laguna».
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