Bulli minorenni sul tram puntano due bengalesi

Calci, scappellotti e offese razziali ai teenager terrorizzati: in soccorso interviene un trentenne che li fa scendere. «Ma nessuno ha mosso un dito per aiutarmi»
Secondo giorno di funzionamento del tram, ma con alcuni disagi
Secondo giorno di funzionamento del tram, ma con alcuni disagi

MESTRE. Sono saliti sul tram appena usciti da scuola e hanno cominciato a puntare due ragazzini bengalesi impauriti. Li hanno prima insultati, poi colpiti con calci e “scappellotti” sulla testa, infine hanno spintonato uno dei due buttandolo a terra. In questo modo, un gruppo di studenti italiani minorenni ha voluto “dare una lezione” ai due teenager, colpevoli solo di essere stranieri. I bulli, però, non hanno fatto i conti con un 30enne ingegnere mestrino che li ha affrontati a viso aperto, facendoli scappare dal tram.

Questa la vicenda, concretizzatasi lunedì all’ora di pranzo. «Eravamo all’altezza di viale San Marco», racconta il 30enne. «Alla fermata sono saliti quattro studenti che si sono subito avvicinati ai due ragazzini bengalesi. Uno di loro ha tirato un calcio sul ginocchio allo studente straniero, che ha sussurrato qualcosa e ha poi abbassato gli occhi. Gli italiani, allora, hanno tolto le cuffiette e il cappello all’altro, colpendolo sul collo. I due stranieri, terrorizzati, hanno chiesto di essere lasciati in pace, perché non avevano fatto niente. La risposta degli italiani è stata delirante: “Neanche le nostre donne a Colonia vi avevano fatto niente, musulmani di m….”. Infine uno dei due stranieri è stato spintonato e buttato a terra, mentre gli altri ridevano come matti».

In tram la tensione sale alle stelle, ma nessuno interviene. Tranne l’ingegnere mestrino che invita i prepotenti a smetterla. «Nonno, togliti dai c…., mi ha risposto uno di loro. Qui facciamo giustizia bianca», racconta ancora il 30enne. «A quel punto non ci ho più visto e l’ho avvertito di stare attento, se non voleva farsi male. Ho fatto alzare il ragazzino straniero e, con le maniere forti e usando un po’ le mani, mi sono fatto valere. Alla fine, sono scesi tutti dal tram, qualcuno anche con le lacrime agli occhi, dimostrando di essere solo dei vigliacchi, pronti a prendersela con ragazzini più piccoli e indifesi di loro. L’episodio è durato pochi minuti, ma nessuno è intervenuto, se non quando ormai avevo già sistemato la faccenda. Qualcuno mi ha detto anche di lasciare stare il bulletto che avevo preso di mira, ma fra le tante persone presenti, nessuno ha mosso un dito per difendere i poveri ragazzini del Bangladesh. A fine corsa mi si è avvicinata una signora, veneziana doc, sui 90 anni. Mi ha detto in dialetto: “ea prossima volta te iuto mi”. Ma è stata l’unica persona che si sia fatta avanti. Temo che la situazione a Mestre stia degenerando».

Gianluca Codognato

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