Buco di 4,6 milioni: va a processo
CAVARZERE. Per il pubblico ministero di Venezia Federico Bressan, Francesco Miazzo, 55 anni, e la moglie Maria Luisa Sommacampagna, 54anni, vanno processati per bancarotta fraudolenta per aver causato il fallimento della «Mgr Abbigliamento srl» di Cavarzere lasciando un «buco» finanziario di ben 4 milioni e 664 mila euro. Ne aveva già chiesto il rinvio a giudizio e al giudice dell’udienza preliminare Roberta Marchiori toccava ieri decidere se prove e indizi erano sufficienti per mandarli sotto processo. Ma la moglie, coinvolta marginalmente nella vicenda, ha trovato l’accordo per patteggiare la pena di un anno e quattro mesi con il rappresentante dell’accusa, mentre Miazzo sarà giudicato con il rito abbreviato il 29 maggio prossimo, in modo che potrà usufruire dello sconto di un terzo sulla pena in caso di condanna. Durante l’udienza sarà sentito anche il curatore fallimentare della società della coppia di Cavarzere.
Stando al capo d’imputazione, Miazzo in qualità di amministratore unico della «Mgr Abbigliamento» avrebbe distratto ben 821 mila euro, prelevando il danaro dai conti correnti dell’azienda e facendo sparire in danaro. Inoltre, per impedire al curatore di ricostruire movimenti finanziari e patrimonio della società, avrebbe distrutto o comunque sottratto libri e registri contabili. Negli ultimi anni, prima della dichiarazione di fallimento che risale al 21 settembre 2007, non avrebbe versato notevoli somme all’Erario per pagare tasse e contributi.
Sempre nel capo d’imputazione si legge che avrebbe aggravato lo stato di dissesto della sua società astenendosi dal richiedere in proprio il fallimento, pur avendo coscienza che la «Mgr Abbigliamento» era in decozione almeno dal 1997. La moglie, invece, deve rispondere di aver distratto, facendoli sparire, 120 mila euro, presi dai conti correnti della società.
Anche Miazzo in un primo momento aveva cercato di accordarsi con il rappresentante della Procura per una pena di poco superiore a quella della moglie, ma alla fine non avrebbe trovato un compromesso sulla pena, tenendo anche conto delle indicazioni del giudice che dovrà processarlo. Il curatore fallimentare, che in questo caso rappresenta tutti i creditori di Miazzo, si è costituito parte civile con l’avvocato Alberto Poncina, mentre i due imputati sono difesi dall’avvocato Cristiana Cagnin.
Giorgio Cecchetti
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