Buco da 50 mila euro, sacerdote rimosso
CAMPONOGARA. Preti che dilapidano denaro. Parroci di campagna che maneggiano cifre da bilanci aziendali. Dopo i 250 mila euro spariti da Legnaro eccone altri 50 mila volatilizzati a Pionca (Padova). Stavolta, però, le moto nuove di zecca e la bella vita non c’entrano. Don Roberto Gastaldi Cibola, 70 anni, originario di Camponogara, semplicemente non sapeva dire “no”. Per un anno abbondante ha raccolto le offerte dei fedeli dirottandole ai bisognosi. Purtroppo qualcuno ne ha approfittato. Faceva troppa carità e questo è il motivo per cui ora è stato rimosso. In questo mondo di regole, dove aÈnche le parrocchie il 30 aprile di ogni anno devono presentare il bilancio all’economo della Diocesi, questo è un comportamento da rimozione immediata. C’era chi aveva perso il lavoro, chi non riusciva a pagare la bolletta, chi aveva due o tre affitti arretrati, chi doveva andare al supermercato. Nell’ultimo anno chi a Pionca aveva un problema di tipo economico suonava il campanello della canonica e chiedeva di don Roberto. Va detto che lui non aveva la gestione del conto corrente acceso per amministrare entrate e uscite della parrocchia. Riusciva però a catalizzare buona parte delle offerte fatte dai fedeli proprio per i più poveri.
Così, con quei soldi, si prodigava per aiutare chi si presentava alla sua porta. Cento euro a uno, cinquecento all’altro, duecento a un altro ancora. A volte, quando il tesoretto terminava, era lui stesso che andava a chiedere aiuto ai parrocchiani più facoltosi. Chiedeva ai ricchi per dare ai poveri. Certo, c’è stato chi ne ha approfittato. C’erano alcuni nomadi che sapevano quali tasti toccare per aprire il portafoglio di don Roberto. Non servivano minacce o intimidazioni. A volta bastava anche una lacrima. In un anno ha fatto sparire circa 50 mila euro. I primi a segnalare questa situazione sono stati i parrocchiani falcoltosi che avevano prestato denaro con la promessa di una futura restituzione. Alla parrocchia di Sant’Ambrogio don Roberto Gastaldi Cibola era arrivato nel 2012 in via provvisoria. Doveva solo occuparsi delle questioni ecclesiali e portare avanti la costituzione dell’Unità Pastorale tra le parrocchie di Vigonza, Peraga e Pionca. Don Roberto è quasi un prete di campagna, che gira per le famiglie, amico di tutti. Tanto per dare un’idea, portava ancora la comunione a casa degli anziani malati o infermi. Non aveva la patente ma riusciva sempre a raccattare un passaggio per andare a portare l’Eucaristia a domicilio. Una decina di anni fa questa sua generosità l’aveva esposto a una situazione analoga in una parrocchia del centro di Padova. Quella vicenda finì con un processo in cui don Roberto era parte lesa. La sua indole era questa: voleva donare. Ma sta volta ha donato troppo.
«Conosco da tempo don Roberto, è una persona molto umana e molto sensibile, ha tutto il mio appoggio», dichiara il sindaco Nunzio Tacchetto. «Dobbiamo dire le cose come stanno: don Roberto è una persona che ha bisogno di avere un attimo di tranquillità», conclude il primo cittadino. «Don Roberto era troppo generoso e troppa gente ne ha approfittato», racconta una parrocchiana. «C’era chi addirittura andava a suonargli il campanello della canonica alle 6 del mattino per chiedergli l’euro e lui non sapeva dirgli di no. Credo che si sia sentito costretto ad andare via perché non ne poteva più. È anche vero che certi furbi andavano in chiesa a prendere i soldi dalle cassettine delle offerte con la calamita e lui lo sapeva. Ricordo che quando abbiamo inaugurato l’asilo ci abbiamo pensato noi volontarie perché lui diceva sempre: guardate che la barca comincia a fare acqua. Mi dispiace, ha fatto tanto per Pionca, potevano lasciarlo qua anche se era provvisorio».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia