Buchi nel soffitto e acqua in classe Al Gramsci Luzzatti è rivolta

Alcuni ragazzi all’alba di ieri hanno occupato l’istituto, poi la preside li ha convinti a due giornate di autogestione: servirebbero 80 mila euro, ma non ci sono. Per alcuni corsi mancano i professori

Buchi sui soffitti delle aule, infiltrazioni d'acqua, bagni sempre intasati e corsi sospesi in attesa che arrivino i professori: questa è la situazione che si trovano ad affrontare ogni giorno gli studenti del Gramsci-Luzzatti, alla Gazzera. Ecco perché ieri, poco dopo le 5 del mattino, un piccolo manipolo di alunni è scivolato all'interno della scuola e, ignorando persino l'allarme collegato con le forze dell'ordine, ha preso possesso del plesso scolastico, chiudendo le porte dall'interno e impedendo il regolare svolgimento delle lezioni.

Alle 8, quando all'ingresso si è presentata la preside, si è però deciso di trovare un compromesso, trasformando la drastica protesta in due giorni di assemblea autogestita. Ieri ha quindi parlato agli studenti un geometra della Provincia, oggi invece è atteso un responsabile dello Snals, il sindacato nazionale autonomo lavoratori scuola; le notizie, in ogni caso, non paiono incoraggianti.

I ragazzi, d'altro canto, denunciano le tante mancanze dell'istituto già da diversi mesi, ma nulla sembra essere cambiato nella struttura di via Asseggiano. «Già l'anno scorso», raccontano i rappresentanti d'istituto, «durante l'autogestione ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo ridipinto le aule, cercando di migliorare le cose, ma finché non si sistemano definitivamente i problemi le difficoltà continueranno a ripresentarsi».

Per rendersi conto di cosa devono affrontare gli studenti è sufficiente fare un rapido giro tra le aule: l'umidità e le infiltrazioni hanno avuto la meglio sull'intonaco e sulla vernice del soffitto; in un paio di classi piove all'interno e un buco grande quasi quanto una pallina da golf si apre sopra una fila di banchi; più di un bagno su due ha la porta bloccata perché, a causa delle colonnine mal disposte, finisce per guastarsi ogni due giorni; persino i distributori automatici di merendine e bevande mostrano i segni dello sfacelo, chiusi a forza con grossi lucchetti dopo essere stati sfondati da alcuni delinquenti entrati nell'edificio di notte.

Altrettanto grave è il problema degli insegnanti: «Per alcuni corsi», spiegano ancora i ragazzi, «mancano i professori, chi studia moda qui si deve accontentare dell'insegnante di meccanica, ma quella è già una fortuna: in alcuni casi le lezioni non si tengono proprio».

Il problema maggiore, comunque, resta la copertura del tetto, composta da uno strato di gomma che, a causa degli sbalzi termici stagionali, si dilata e si restringe ogni anno, finendo per fessurarsi e risultando quindi inutile. Uno dei due edifici che compongono l'istituto ha sostituito tutto di recente, ma per l'altro non c'è nulla da fare.

«Il geometra ce l'ha spiegato chiaramente», dicono sconsolati i rappresentanti degli studenti. «Per cambiare tutto servono 80mila euro, soldi che in questo momento la Provincia non ha, anche perché a breve l'ente sarà eliminato. I fondi bastano appena per qualche rattoppo d'emergenza, ma senza un intervento sistematico sarà tutto inutile».

Giacomo Costa

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