Brugnaro, tutte le società del “blind trust” Utile netto per 28,7 milioni, ricavi per 761

VENEZIA.
Come vanno gli affari delle società che fanno capo al sindaco Luigi Brugnaro, dopo la loro riunione nella LB Holding affidata a un blind trust?
Il bilancio 2019 è stato chiuso con un utile netto di 28,7 milioni di euro, due in meno rispetto al 2018. Un risultato considerato molto soddisfacente, come scrive il presidente del Cda della holding Giuseppe Venier (che è anche amministratore delegato di Umana, l’agenzia di lavoro cuore del gruppo), nella nota integrativa al bilancio consolidato di gruppo 2019, con riflessioni anche sull’andamento in questo anno di Covid: «La situazione delle società consolidate a fronte della crescita del fatturato nell’esercizio trascorso si presenta molto buona s (...) più che soddisfacente rispetto alle performance del mercato e positivo in termini di utile. L’esercizio chiuso il 31 dicembre riporta un risultato netto del gruppo pari a 23,427 milioni di euro, un utile di pertinenza di terzi pari a 5,3 e un valore della produzione di 761 milioni di euro».
Brugnaro ha creato il blind trust a fine 2017, dichiarando di voler evitare eventuali conflitti di interesse tra le imprese delle quali è proprietario con quote di controllo e la sua attività pubblica di sindaco di Venezia, chiamandosi ufficialmente fuori dai suoi affari: una scelta comunque nel segno della continuità di gestione, che - scrive ancora Venier - non ha avuto «alcuna ripercussione in termini di strategia e governance del gruppo. Il managment delle società è rimasto invariato e continua ad esprimere la massima continuità di gestione e visione, come già accaduto con soddisfazione in questi 20 anni di attività».
Tutto prosegue come prima, anche se a detenere il capitale sociale è l’avvocato newyorchese Anthony Sacks (studio Whiters). Nel Cda della Holding manager di fiducia del sindaco: consiglieri sono Alessandra Zuin (presidente di Venice City Park) e Luca Gatto (amministratore di Porta di Venezia, proprietaria dell’area dei Pili, e Veneto Immobiliare, e consigliere della Reyer Venezia). Il collegio dei sindaci è presieduto da Achille Callegaro, che ha lo stesso incarico anche in Umana.
Del gruppo LB fanno parte l’Agenzia del lavoro Umana Spa; Umana Forma che si occupa di formazione e aggiornamento professionale; Uomo e Impresa per la consulenza aziendale; Umana Brasil che opera nella ricerca del personale e l’aggiornamento professionale in Brasile; Attiva, impegnata nella progettazione di sistemi multimediali e siti internet; la Scuola della Misericordia di Venezia Spa; la società agricola San Giobbe, in quel di Chiusi, dove su 400 ettari si sviluppa l’allevamento bovino Igp di razza Chianina; la società sportiva dilettantistica e quella professionistica Reyer Venezia Mestre; Venezia City Park, che gestisce parcheggi all’aperto; U.Forum che fa corsi di aggiornamento professionale; Siv Società immobiliare Veneziana, per servizi di manutenzione e riparazione impianti; Tecnika Lumen, che si occupa di progettazione di componenti per l’illuminazione e l’arredamento; Puliverde, per la manutenzione di parchi e campi sportivi; Abate Zanetti Srl, scuola per la lavorazione del vetro artistico a Murano; Salviati Srl, celebre vetreria; Consorzio Produzione e Sviluppo Nord Est, che offre servizi amministrativi e immobiliari; Porta di Venezia Spa, «proprietaria di un’ambia area edificabile nel comune di Venezia»; Veneto Immobiliare, costruzione e gestione edifici; Everap, selezione personale, marketing.
E le prospettive per questo 2020 segnato dall’emergenza coronavirus? Se nel 2019 il gruppo umana ha consolidato il suo ruolo di quinta realtà nazionale del settore e di leader nel Nordest, aprendo nuove filiali anche in Campania, Liguria, Puglia, Lazio e Lombardia, con una quota del 6% del mercato - prosegue Venier - «difficile prevedere con certezza l’evoluzione per il 2020 (....) i numeri in termini di valore della produzione subiranno un significativo rallentamento, ma non tale da mettere in pericolo l’equilibrio finanziario, né quello economico». Il fatturato dei primi tre mesi ha visto una contrazione del 10,2% rispetto al 2019. Approntate tutta una serie di misure in materia di smart working, «i conti si stanno mantenendo in ordine e le attività stanno tornando a crescere, anche se non ancora a livelli pre lockdown. Stiamo raccogliendo i primi segnali di ripartenza (...) mantenere salda la nostra posizione». —
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